TUVIXEDDU E LE ALTRE AREE DI TUTELA
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Tuvixeddu: vince Coimpresa
CAGLIARI. Cade per un problema formale l’ultima speranza degli ambientalisti di fermare il progetto di edificazione sul colle di Tuvixeddu: come anticipato un mese fa il Tar ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato nel 1999 dagli Amici della Terra contro i nullaosta alla base dell’accordo di programma del 2000 per difetto di legittimazione. I giudici - presidente Rosa Panunzio, consigliere Marco Lensi, estensore Antonio Plaisant - non sono entrati nel merito, non hanno stabilito se i nullaosta impugnati siano validi malgrado la mancanza del parere della sovrintendenza architettonica.
Semplicemente hanno accolto una delle tesi sostenute dagli avvocati di Coimpresa, Antonello Rossi e Pietro Corda, per i quali la delegazione regionale dell’associazione ecologista rappresentata dall’avvocato Carlo Augusto Melis non era legittimata a instaurare giudizio. A ricorrere al Tar avrebbe dovuto essere l’associazione nazionale, come avevano sostenuto nell’udienza di trattazione i legali del gruppo Cualbu. A questo punto la possibilità di ottenere lo stop dei lavori sul colle resta legata al giudizio di secondo grado: l’avvocato Melis ha annunciato che andrà al Consiglio di Stato, dove la questione della legittimazione sarà il primo ostacolo da superare.
La dicitura utilizzata nell’intestazione del ricorso - si legge nella sentenza, diffusa ieri dall’Agenzia Italia - porta a ritenere che la delegazione sarda di ‘Amici della Terra’ abbia proposto il ricorso non già quale ente esponenziale autonomo bensì come articolazione territoriale dell’associazione nazionale ‘Amici della Terra’. Che a giudizio del Tar non avrebbe titolo a ricorrere. In aula, l’avvocato Melis aveva sostenuto la legittimità del ricorso facendo riferimento alle decine e decine di altri ricorsi depositati dalla delegazione sarda dell’associazione e dichiarati ammissibili dai giudici amministrativi. Una tesi che non ha convinto il collegio presieduto da Rosa Panunzio.
Resta sospesa un’altra decisione, che riguarda nella sostanza lo stesso problema: il ricorso di Nuova Iniziative Coimpresa contro l’annullamento del nulaosta concesso dal Comune nell’agosto dell’anno scorso per l’ultima parte del progetto Tuvixeddu. A bocciare l’autorizzazione era stato l’allora sovrintendente architettonico Martino, che aveva ancorato il provvedimento agli stessi argomenti esposti dagli ‘Amici della Terra’: l’assenza del parere obbligatorio della sovrintendenza, un parere che non risultava neppure richiesto. Se i giudici del Tra dovessero dare ragione ai legali di Coimpresa i lavori potrebbero andare avanti senza più alcun ostacolo tecnico. Secondo indiscrezioni, il ricorso firmato dagli avvocati Rossi e Corda è stato accolto.
Intanto prosegue la mobilitazione per salvare il colle dal cemento. Il presidente di Legambiente Sardegna, Vincenzo Tiana, nel corso di un incontro al Senato ha raccolto la disponibilità a tutelare Tuvixeddu da parte del senatore Roberto Della Seta, capogruppo del Pd in commissione ambiente al Senato, già primo firmatario di un’interrogazione parlamentare sulla vicenda, e di Fabio Granata, capogruppo Pdl in commissione cultura e vicepresidente della Commissione nazionale antimafia.
Ora si attende che i parlamentari traducano la disponibilità in fatti visibili. (m.l)
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