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Falda di Portovesme, decretata suddivisione dei costi di bonifica. Soddisfatta assessora Spano

"Con il decreto del Ministero dell'Ambiente possiamo dire che viene rimosso l'ostacolo che fino ad oggi ha di fatto bloccato l’attuazione del progetto di bonifica. Tutti i soggetti coinvolti a vario titolo hanno collaborato per arrivare a questo risultato e va sottolineato il ruolo centrale svolto, ancora una volta, dagli uffici dell’amministrazione regionale, in coordinamento con gli enti di controllo, nella definizione delle regole di ripartizione dei costi. Ora il passo successivo sarà il completamento della progettazione e l'attuazione della bonifica". Così ha detto l'assessora della Difesa dell’Ambiente Spano.
assessorato dell'Ambiente
CAGLIARI, 19 GENNAIO 2018 - Sarà interamente a carico delle aziende del Polo industriale il costo per il risanamento della falda di Portovesme. Lo ha stabilito, con decreto pubblicato questa mattina, il Ministero dell’Ambiente, che ha ripartito i costi.
Soddisfatta l’assessora della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano: "Le bonifiche sono uno degli obiettivi della Giunta in questa legislatura", ricorda l’esponente dell’Esecutivo. "Con il decreto del Ministero dell'Ambiente possiamo dire che viene rimosso l'ostacolo che fino ad oggi ha di fatto bloccato l’attuazione del progetto di bonifica. Tutti i soggetti coinvolti a vario titolo hanno collaborato per arrivare a questo risultato e va sottolineato il ruolo centrale svolto, ancora una volta, dagli uffici dell’amministrazione regionale, in coordinamento con gli enti di controllo, nella definizione delle regole di ripartizione dei costi. Ora il passo successivo sarà il completamento della progettazione e l’attuazione della bonifica”.
“A Portovesme è in realizzazione un programma di risanamento dei suoli e della falda, molto più avanzato di quanto in corso nelle altre aree industriali italiane”, aggiunge il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi. “Il principio secondo cui chi inquina paga è applicato e comporta oneri interamente a carico delle aziende, per oltre 200 milioni di euro. Questo dimostra che i pubblici poteri, e cioè Ministero dell’Ambiente, Assessorato della Difesa dell’Ambiente, Provincia e Comune, svolgono il proprio ruolo con risultati concreti".