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Migranti e agricoltura, Falchi, viceministro Olivero e ambasciatore tunisino ne hanno parlato a Pula

L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi ha inaugurato la prima Giornata nazionale dell’integrazione in agricoltura, che si è tenuta nel centro culturale Casa Frau di Pula, e a cui hanno partecipato il viceministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Andrea Olivero, l’ambasciatore in Italia della Repubblica di Tunisia, Naceur Mestiri, il sindaco di Pula, Carla Medau e altri numerosi relatori.
PULA, 30 MAGGIO 2015 – "Coincidenza vuole che questa mattina mentre ci stiamo incontrando per parlare di gestione dei flussi migratori dal nord Africa, attraverso nuove politiche di cooperazione e formazione in agricoltura, nel porto di Cagliari stanno per sbarcare 880 migranti, salvati ieri sotto le coste libiche". È iniziato così l’intervento dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, all’avvio della prima Giornata nazionale dell’integrazione in agricoltura, che si è tenuta oggi nel centro culturale Casa Frau di Pula, e a cui hanno partecipato il viceministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Andrea Olivero, l’ambasciatore in Italia della Repubblica di Tunisia, Naceur Mestiri, il sindaco di Pula, Carla Medau e altri numerosi relatori. “Come Regione – ha osservato l’assessore – vogliamo fare la nostra parte accogliendo e dando asilo a queste persone che fuggono da guerra e miseria. La giornata di oggi – ha proseguito Falchi – serve a dare un senso diverso nel controllo dei flussi migratori, su cui possiamo intervenire promuovendo lo scambio di conoscenze e favorendo lo sviluppo economico nel continente africano, partendo dai Paesi del nord Africa che possono fare da cerniera fra continenti molto vicini e assai diversi per culture, tradizioni e realtà economiche”. La titolare dell’Agricoltura ha poi spiegato che dobbiamo vedere la Sardegna “come un’isola al centro del Mediterraneo non solo per la sua posizione geografica, ma soprattutto per quello che possiamo fare per superare le criticità sviluppando un nuovo modo di fare accoglienza”.

IL PROGETTO AFORIL. L’iniziativa di oggi, inserita nell’ambito del progetto Aforil (Formazione prepartenza per immigrati lavoratori in agricoltura), è promossa e finanziata dal Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di Paesi terzi (Fei), nell’ambito del programma generale di Solidarietà e gestione dei flussi migratori della Comunità europea. Si tratta di un percorso di carattere formativo sulle competenze necessarie a operare nel comparto agricolo o agroalimentare da destinare ai cittadini di Tunisia, Algeria e Egitto che intendono raggiungere il nostro Paese per lavorare a tempo determinato o stagionale in tali settori. Sardegna, Lazio e Umbria sono le tre regioni individuate per far partire questi progetti sperimentali, realizzati in collaborazione tra il Mipaaf e il ministero dell’Interno. I soggetti attuatori del programma sono invece l’Istituto italiano per l’Asia e il Mediterraneo (Isiamed) e l’Unione coltivatori italiani (Uci).

AZIENDE E MIGRANTI. “In Sardegna è molto forte e radicata la presenza di migranti che lavorano nelle aziende agricole – ha spiegato Elisabetta Falchi – dalla pastorizia alla viticoltura e all’ortofrutta sono numerose le esperienze positive che ogni giorno danno valore aggiunto alle produzioni del nostro migliore agroalimentare regionale”.

IL VICEMINISTRO. Sul ruolo giocato dalla manodopera straniera nell’agricoltura nazionale è intervenuto il viceministro dell’Agricoltura, Andrea Olivero: “Senza ricambio, integrazione e nuove forze lavoro in agricoltura, le nostre aziende rischiano di scomparire”. Il rappresentante del governo ha poi aggiunto: “L’immigrazione non deve essere vista come un’invasione, ma come un’opportunità. Non esiste un’agricoltura di qualità senza un lavoro di qualità ed è per questo che dobbiamo combattere contro lo sfruttamento, assai diffuso in Italia, dei lavoratori stranieri nelle campagne”.

L’AMBASCIATORE. Il rappresentante diplomatico della Repubblica di Tunisia in Italia, Naceur Mestiri, ha fatto invece il punto sulla situazione geopolitica che stanno attraversando il suo Paese e gli altri stati nord africani, dopo le rivoluzioni della primavera araba. “L’Italia è uno dei nostri partner più importanti – ha detto l’ambasciatore – con cui collaboriamo attivamente sul contenimento dell’immigrazione irregolare e con cui vogliamo avviare nuovi progetti di cooperazione, partendo proprio dal settore agricolo”.

IN SARDEGNA. Dal sassarese al cagliaritano, passando per la Barbagia e l'oristanese 130 migranti saranno ospitati, per tutto il mese di giugno, in numerose aziende agricole dove avranno modo di formarsi e accrescere le conoscenze. Fra i progetti da valutare e sviluppare nel prossimo futuro, fra Sardegna e nord Africa, c'è la commercializzazione delle carni degli ovini a fine carriera. Le popolazioni rivierasche del Mediterraneo meridionale rappresentano infatti un mercato importante dove valorizzare tali carni poco apprezzate nel resto della penisola italiana.