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Un documentario per ricordare Nanni Loy

A dieci anni dalla sua scomparsa, l'assessorato regionale della Pubblica Istruzione e l'Ersu il 28 ottobre lo ricordano con un convegno e la proiezione del film documentario "Nanni Loy, regista per caso".
"Nel treno viaggia la vita", diceva il regista cagliaritano Nanni Loy a chi gli domandava da dove nascesse il suo forte interesse per questo mezzo di locomozione, che in tanti suoi film e lavori televisivi è più di una semplice comparsa. Metafora efficace e poetica del suo modo di fare cinema e di vivere. Velocità e lentezza: Da una parte, la macchina che viaggia rapida sulle rotaie, dall’altra l’interno dei vagoni dove “si viaggia rilassati, finalmente senza fretta, e per questo che si riesce a parlare. Nella nostra società, ormai gli spazi di comunicazione sono ridottissimi. In treno c’è il tempo per chiacchierare, si ricopre il piacere della conversazione”, diceva Loy. Una forma di lentezza che è sana, necessaria e purtroppo trascurata.

Come "necessario" era per Nanni Loy il cinema. Il motivo lo chiarisce lui stesso in un’intervista del 1962. "A me interessava e interessa fare dei film – diceva - attraverso i quali si denunci la carenza di certi valori della società italiana di oggi; la carenza di valori come la solidarietà, la comprensione, lo spirito di sacrificio, l’altruismo, quei valori che si possono definire civici o anche nazionali nel senso di una mutua comprensione e di una stretta unione spirituale fra i membri di una stessa società nazionale”.

Nanny Loy è scomparso dieci anni fa. Pochi giorni fa, il 23 ottobre, avrebbe compiuto ottant'anni. L’assessorato regionale della Pubblica Istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo, Sport e l'Ersu non hanno voluto rinunciare a dedicargli una giornata di riflessione e dibattito. Su proposta dell'assessore Elisabetta Pilia, la Giunta ha finanziato l’organizzazione dell’evento che celebra il talento e l’impegno di un artista sardo, che ha dato un importante contributo al cinema e alla televisione italiana.
Il 28 ottobre, alle 17, nel Cineteatro "Nanni Loy" dell'Ersu, in via Trentino a Cagliari, verrà proiettato in prima visione regionale il film documentario "Nanni Loy regista per caso", diretto da Carmen Giordano e Stefano Porru. Seguiranno gli interventi dei rappresentanti delle istituzioni e i contributi di personalità del cinema che hanno conosciuto e lavorato con il regista, come Cito Maselli, Mario Monicelli, il critico cinematografico Enrico Magrelli.

Figura d'artista e intellettuale complessa, quella di Loy. Non fu semplicemente regista (ricordiamo tra gli altri film "Un giorno da leoni", "Le quattro giornate di Napoli", "Detenuto in attesa di giudizio", "Mi manda Picone", "Scugnizzi") ma fu anche attore, ideatore di programmi televisivi innovativi come "Specchio segreto" e "Viaggio in II classe"solo per citare due dei più famosi. Impegnato da sempre in politica e nel sindacato per difendere i diritti del settore cinematografico, inteso non come una lobby di potere di cui preservare i privilegi, ma come servizio da rendere al pubblico con un missione educativa.

Si stupiva Loy davanti a domande sulla sua poetica e l'ispirazione dell'artista. Per lui un film, dunque il cinema, era "lavoro di creazione collettiva di una troupe e non vanno minimizzati gli apporti creativi di scrittori, attori, scenografo, musicista, operatore". Cinema inteso non come espressione "dell'Autore-Genio", ma - senza vergogna - come lavoro artigianale che spesso non produce opere eccelse, pur riuscendo a non tradirsi. Così era Nanni Loy nel ricordo dello sceneggiatore Giorgio Arlorio: "Un lavoratore incredibile, aveva una capacità di lavoro artigiana, continuativa, ostinata, ripetitiva, a volte noiosa, però costante. Era un uomo di fatica proprio nel senso più altro della parola: di fatica con se stesso, con le idee, col mestiere, è questo che io chiamo generosità".


Pieghevole del convegno
Scritti di Nanni Loy
Specchio segreto