Legge Regionale 28 aprile 1978, n. 32
Sulla protezione della fauna e sull’esercizio della caccia in Sardegna.
Il Consiglio Regionale ha approvatoIl Presidente della Giunta Regionale promulga la seguente legge:
TITOLO I
(Disposizioni generali)
Art.1
Allo scopo di garantire a tutti i cittadini un giusto godimento delle risorse faunistiche della Regione e dell’ambiente naturale da esse caratterizzato, l’Amministrazione regionale è autorizzata ad assumere tutte le iniziative idonee ad assicurare la conservazione e a favorire l’incremento del patrimonio faunistico regionale attraverso una razionale gestione del territorio, una organica difesa del suolo, delle acque e dell’aria dall’inquinamento ed una adeguata regolamentazione dell’attività venatoria.
Art.2
Tutte le isole di pertinenza della Regione autonoma della Sardegna, ad eccezione di La Maddalena, Caprera, Spargi, Razzoli, San Pietro e Sant’Antioco, sono dichiarate oasi permanenti di protezione faunistica e di cattura.
Art.3
a) oasi permanenti di protezione faunistica e di cattura;
b) zone di ripopolamento e di cattura;
c) zone in concessione autogestite per l’esercizio della caccia;
d) zone pubbliche o private per l’allevamento della selvaggina a scopo di studio e ripopolamento;
e) zone di addestramento per i cani e per le gare degli stessi anche su selvaggina allo stato naturale.
L’estensione complessiva delle oasi e delle zone di cui alle lettere a) e b) del comma precedente non deve mai superare un terzo della superficie del Comprensorio ne un terzo del territorio di ogni singolo Comune facente parte del Comprensorio.
Eventuali deroghe a limiti stabiliti dal comma precedente potranno essere motivate da ragioni di organicità, funzionalità e omogeneità delle zone e delle oasi, previa formale deliberazione del Comitato regionale faunistico.
L’estensione complessiva delle zone di cui alla lettera c) del precedente primo comma non potrà superare un settimo della superficie globale della Sardegna nè un settimo del territorio del Comprensorio interessato.
Art.4
a) del Comitato regionale faunistico;
b) dei Comitati comprensoriali faunistici;
c) dei Comitati comunali faunistici.
Art.5
Il Comitato è composto da:
1) L’Assessore regionale competente che lo presiede;
2) un rappresentante dell’Assessorato regionale competente con funzione di Segretario;
3) un rappresentante di ciascuna associazione venatoria riconosciuta operante in Sardegna;
4) tre esperti rispettivamente in zoologia, in agricoltura e foreste, in urbanistica designati dal Consiglio regionale;
5) un rappresentante del Servizio regionale di studio e allevamento della selvaggina;
6) un rappresentante designato rispettivamente dalla Federazione regionale coltivatori diretti, uno dall’Unione regionale contadini e pastori, uno dall’Unione regionale agricoltori, uno dall’Associazione regionale allevatori, uno dall’Unione coltivatori italiani;
7) un rappresentante designato dalla Federazione sindacale unitaria dei lavoratori;
8) un rappresentante designato da ogni Amministrazione provinciale;
9) due rappresentanti designati dalle associazioni naturalistiche riconosciute;
10) un rappresentante dell’Assessorato regionale dell’agricoltura;
11) i veterinari provinciali;
12) un rappresentante dell’Ente per la protezione degli animali.
I componenti del Comitato sono nominati con decreto del Presidente della Giunta regionale; restano in carica cinque anni e possono essere riconfermati; eleggono nel proprio seno un Vice Presidente.
Le sedute sono valide in prima convocazione se è presente la metà più uno dei componenti, in seconda convocazione è sufficiente la presenza di un quinto dei componenti.
Le decisioni vengono adottate a maggioranza dei presenti.
Il Comitato è integrato dai Presidenti dei Comprensori faunistici ogni qualvolta siano direttamente interessati all’argomento in discussione.
Ai componenti del Comitato compete il trattamento economico stabilito dalle leggi regionali 19 maggio 1964, n.12 e 11 giugno 1974, n. 15.
Art.6
- esercita ogni attività tendente a difendere e incrementare il patrimonio faunistico della Sardegna;
- forma il calendario venatorio annuale e le sue eventuali modifiche;
- stabilisce divieti temporanei di caccia al fine di salvaguardare l’equilibrio del patrimonio faunistico;
- delibera sull’istituzione di oasi di protezione faunistica e di cattura e di zone di ripopolamento e di cattura e di zone pubbliche o private per l’allevamento della selvaggina a scopo di studio e ripopolamento;
- esprime il proprio parere sulla costituzione di zone in concessione autogestite per l’esercizio della caccia;
- sentiti i Comitati comprensoriali faunistici rilascia entro e non oltre il 30 luglio le autorizzazioni regionali per l’esercizio della caccia ai cacciatori non residenti in Sardegna;
- tiene e cura l’anagrafe dei cacciatori autorizzati ad esercitare la caccia in Sardegna e l’anagrafe dei trasgressori della presente legge;
- approva il preventivo e il consuntivo annuale di spesa;
- da indicazioni e suggerimenti sulla vigilanza venatoria;
- assume iniziative per l’educazione venatoria e naturalistica;
- programma l’attività del Servizio regionale di studio e allevamento della selvaggina;
- formula i programmi di gestione delle oasi permanenti di protezione faunistica e di cattura;
- formula proposte per la protezione dell’ambiente dall’inquinamento e dagli incendi;
- autorizza l’immissione di selvaggina estranea alla fauna indigena;
- regolamenta i provvedimenti relativi alla detenzione e commercio della selvaggina viva e al commercio della selvaggina morta d’importazione;
- stabilisce il numero degli anni di sospensione dell’autorizzazione regionale di caccia prevista dalla presente legge dandone comunicazione alle Autorità competenti;
- propone all’Assessore regionale competente l’ammontare della sanzione amministrativa prevista dall’articolo 28 della presente legge;
- propone l’ammontare del contributo di cui alla lettera d) dell’articolo 22.
Art.7
- il Presidente dell’Organismo comprensoriale di cui alla legge 1º agosto 1975, n. 33, che lo presiede;
- cinque rappresentanti comunali, di cui due della minoranza, designati dal Consiglio dell’Organismo comprensoriale di cui alla legge regionale 1º agosto 1975, n. 33;
- due rappresentanti per ogni associazione venatoria riconosciuta operante in Sardegna, designati dalle associazioni stesse;
- un rappresentante designato dalla Federazione coltivatori diretti, uno dall’Unione regionale dei contadini e pastori e uno dall’Unione regionale degli agricoltori;
- un rappresentante designato dalla Federazione sindacale unitaria dei lavoratori;
- il veterinario condotto del Comune in cui ha sede il comprensorio faunistico;
- due rappresentanti designati dalle associazioni naturalistiche;
- un rappresentante dell’Ente per la protezione degli animali.
Il Comitato è integrato dai Presidenti dei Comitati comunali faunistici ogniqualvolta siano direttamente interessati agli argomenti in discussione.
Il Comitato è nominato con decreto dell’Assessore regionale competente; nel decreto dev’essere indicato anche il Comune ove avrà sede il Comitato.
Il Comitato elegge, nel suo seno, il Vice Presidente;
le sedute sono valide se è presente almeno la metà dei componenti; in seconda convocazione è sufficiente la presenza di un quinto dei componenti. Le decisioni vengono adottate a maggioranza dei presenti.
I componenti del Comitato durano in carica 5 anni e possono essere riconfermati. Ad essi spetta il rimborso delle spese di viaggio.
Art.8
- approvano il preventivo ed il consuntivo annuale di spesa;
- deliberano sull’istituzione di zone di addestramento per i cani e per le gare degli stessi anche su selvaggina allo stato naturale;
- formulano proposte per l’istituzione di oasi permanenti di protezione faunistica e di cattura e di zone di ripopolamento e di cattura e di zone pubbliche o private della selvaggina a scopo di studio e ripopolamento;
- esercitano tutte quelle attività che saranno ritenute idonee a conseguire l’arricchimento del patrimonio faunistico;
- collaborano alla difesa dei boschi e dei terreni dagli incendi e alla salvaguardia delle acque e del suolo dagli inquinamenti;
- provvedono su delega del Comitato regionale faunistico alla gestione delle oasi permanenti di protezione faunistica e di cattura e delle zone di ripopolamento e di cattura;
- propongono i territori e i criteri per la rotazione delle zone di ripopolamento e di cattura;
- vigilano sull’osservanza dei divieti fissati dalla presente legge e dal calendario venatorio e collaborano con indicazioni e suggerimenti all’attività degli agenti di vigilanza;
- seguono l’andamento della riproduzione delle specie selvatiche ed avanzano proposte per la conservazione ed il miglioramento dell’ambiente ai fini dell’incremento faunistico;
- propongono e curano l’immissione di idonee specie selvatiche;
- segnalano ed accertano gli eventuali danni alle colture provocati dalla selvaggina, nonché la misura dell’eventuale indennizzo agli agricoltori;
- collaborano con gli organismi competenti previsti dalla legge per l’attività di studi e indagini in ordine alla pianificazione del territorio a fini faunistici, alla conservazione dell’ambiente e alla lotta contro gli inquinamenti e gli incendi, alla consistenza, riproduzione e prelievo del patrimonio faunistico, alle correnti migratorie e all’esercizio della caccia;
- curano tecnicamente le operazioni di prelievo e di immissione di selvaggina nel territorio di competenza;
- rilasciano, con atto del Presidente, i certificati di abilitazione all’esercizio venatorio;
- operano tutti gli interventi previsti dalla presente legge ovvero, in base ad essa, disposti dall’Amministrazione regionale o richiesti dai Comitati comunali faunistici.
Art.9
- due membri eletti dal Consiglio comunale, di cui uno espresso dalla minoranza;
- due cacciatori locali in rappresentanza di ciascuna associazione venatoria riconosciuta esistente nel Comune;
- un rappresentante dell’Unione degli agricoltori, uno delle Federazione dei coltivatori diretti, uno dell’Unione contadini e pastori, designati dalle rispettive organizzazioni tra gli associati residenti nel Comune.
Il Comitato elegge, nel suo seno, il Vice Presidente; i suoi componenti durano in carica 5 anni e possono essere riconfermati; funge da segretario un impiegato del Comune.
I Comuni sono tenuti a porre a disposizione dei Comitati comunali faunistici i locali necessari.
Le prestazioni dei componenti del Comitato sono volontarie e gratuite.
Art.10
- collabora alla vigilanza, d’intesa col Comitato comprensoriale faunistico competente e col Corpo regionale di vigilanza territoriale, avvalendosi dell’opera degli agenti volontari faunistici;
- d’intesa col Comitato comprensoriale faunistico competente provvede al contenimento ed alla limitazione di specie animali la cui propagazione costituisca un serio danno e grave squilibrio nell’assetto faunistico del territorio;
- propone provvedimenti volti a difendere, incrementare e regolamentare il patrimonio faunistico del territorio;
- svolge ogni valida azione atta ad incrementare lo sviluppo e l’allevamento della selvaggina;
- compila e cura l’anagrafe dei cacciatori residenti nel Comune.
Art.11
Art.12
Esso svolge attività tecnico - scientifica e di consulenza della Regione in materia di caccia e di allevamento della selvaggina.
In particolare il servizio ha i seguenti compiti:
a) lo studio, la ricerca, l’osservazione e la sperimentazione per l’allevamento, per l’alimentazione, per la prevenzione e per la cura delle malattie nonché per quanto attiene alla vita e alla riproduzione della fauna in generale e della selvaggina in particolare, compreso lo studio delle correnti migratorie;
b) l’allevamento di selvaggina stanziale e la acclimatazione di specie estranee alla fauna regionale e la loro fornitura per il ripopolamento delle zone faunistiche carenti;
c) lo svolgimento di corsi di preparazione e specializzazione in materia venatoria.
Nell’espletamento dei suoi compiti il Servizio si avvale della collaborazione tecnica dei Comitati comprensoriali faunistici nonché degli istituti universitari specializzati.
Nel territorio a disposizione del Servizio è assolutamente vietata la caccia.
Art.13
Art.14
mammiferi:
cinghiale (Sus scrofa); volpe (Vulpes vulpes); lepre, coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus); donnola (Mustela nivalis);
uccelli:
Stanziali: pernice sarda (Alectoris barbara); fagiano.
Migratori: Alaudidi; alzavola (Anas crecca); beccaccia (Scolopax rusticola); beccaccino (Capella gallinago); canapiglia (Anas strepera); cesena (Turdus pilarus); codone (Anas acuta); colombaccio (Columba palumbus); colombella (Columba oenas); colombo selvatico (Columba livia); cornacchia grigia (Corvus cornix); croccolone (Capella media); fischione (Anas penelope); folaga (Fulica atra); frosono (Coccothraustes coccothraustes); frullino (limmo cryptes minimus); gallinella d’acqua (Gallinula chloropus); germano reale (Anas platyrhincos); ghiandaia (Garrulus glandarius); marzaiola (Anas querquedula); merlo (Turdus merula); mestolone (Anas clypeata); morette; moriglione (Aythia ferina) pantana (Tringa nebularis); passeri; pavoncella (Vanellus vanellus); pivieri; pettegola (Tringa totanus); porciglione (Rallus aquaticus); quaglia (Coturnix coturnix); storni; strillozzo (Emberiza calandra); taccola (Corvus monedula); tordella (Turdus viscivorus); tordi (Turdue philomelus e iliacus); tortora (Streptotelia turtur); tuffetto (podilymbus ruficollis).
L’elenco sopra riportato può essere modificato con decreto dell’Assessore regionale competente su conforme parere del Comitato regionale faunistico.
Art.15
E’ considerato, altresì, esercizio di caccia il vagare o il soffermarsi con armi, arnesi o altri mezzi idonei, in attitudine di ricerca o di attesa della selvaggina per ucciderla o catturarla.
Agli effetti della presente legge è considerato esercizio di caccia anche l’uccisione o la cattura di selvaggina compiuta in qualsiasi altro modo, a meno che non siano avvenute per forza maggiore o caso fortuito.
Art.16
Si intende libero il terreno non precluso alla libera caccia a norma della presente legge.
Art.17
E’ sempre vietato lo scarico nelle acque e nei terreni accessibili alla fauna selvatica di sostanze che possano riuscire dannose alla fauna stessa. Il trasgressore è soggetto, indipendentemente dalle eventuali sanzioni previste da altre leggi nazionali o regionali, alla sanzione amministrativa da lire 100.000 a lire 300.000.
TITOLO II
(Esercizio della caccia)
CAPO I
(Licenza ed autorizzazione regionale di caccia)
Art.18
La suddetta autorizzazione consente l’esercizio dell’attività venatoria su tutto il territorio della Regione non soggetto a divieti ai sensi della presente legge.
Art.19
Chi esercita la caccia senza avere ottenuto l’autorizzazione regionale è soggetto alla sanzione amministrativa da lire 50.000 a lire 500.000 e non potrà ottenere alcun tipo di autorizzazione ad esercitare la caccia in Sardegna per un periodo fino a tre anni. In caso di recidiva il trasgressore è soggetto alla sanzione amministrativa da lire 100.000 a lire 2.000.000 e all’esclusione definitiva dalla concessione della autorizzazione regionale.
Nei dodici mesi successivi al rilascio della prima licenza, il cacciatore può praticare l’esercizio venatorio solo se accompagnato da cacciatore in possesso di licenza rilasciata almeno tre anni prima.
Art.20
Per il rilascio della prima concessione della licenza di cui al comma precedente nonché per la restituzione della stessa, l’interessato deve presentare anche il certificato di abilitazione all’esercizio venatorio rilasciato dal Comitato comprensoriale faunistico competente per territorio.
La licenza di porto di fucile anche per uso di caccia autorizza il titolare, durante l’esercizio venatorio, a portare qualsiasi utensile da punta o da taglio atto a provvedere ad ogni esigenza venatoria e a portare un solo fucile.
La revoca o la sospensione della licenza di porto di fucile anche per uso di caccia comporta rispettivamente la revoca o la sospensione dell’autorizzazione regionale ed il diniego della sua concessione per un periodo pari a quello previsto per la licenza di porto di fucile anche per uso di caccia.
Il Comitato regionale faunistico cura i rapporti con le competenti autorità al fine di acquisire tempestivamente la notizia dei provvedimenti assunti per violazioni alle leggi sull’esercizio della caccia e sulla protezione della fauna, per la loro annotazione nell’apposita anagrafe e per l’applicazione delle sanzioni amministrative previste nella presente legge.
Art.21
a) legislazione venatoria;
b) zoologia applicata alla caccia;
c) armi e munizioni da caccia e loro uso;
d) tutela della natura e principi di salvaguardia delle colture agricole.
L’esame consiste in una prova orale sulle materie di cui alle precedenti lettere a), b), d), ed in una prova pratica sulla materia di cui alla precedente lettera c).
Per sostenere gli esami il candidato deve essere munito di certificato medico di idoneità.
La domanda per sostenere l’esame deve essere presentata al Comitato comprensoriale faunistico nel cui ambito territoriale il candidato risiede.
Art.22
Gli interessati debbono presentare al Sindaco del Comune di residenza domanda in carta da bollo diretta al Presidente della Giunta regionale.
Alla domanda debbono essere allegate:
a) due copie della domanda in carta libera: una per il Comitato regionale faunistico, l’altra per il Comitato comunale faunistico;
b) copia fotostatica autenticata del libretto personale e della licenza di porto di fucile anche per uso di caccia;
c) copia fotostatica della polizza assicurativa;
d) gli originali o copie autenticate della ricevuta del versamento, sull’apposito conto corrente postale istituito dalla Regione Sarda, del contributo di partecipazione alle spese di vigilanza e ripopolamento e di rimborso delle spese di stampa, segreteria e cancelleria e, per i rinnovi, delle ricevute dei pagamenti delle rate annuali del contributo per gli anni successivi a quelli del precedente rilascio. Il contributo annuale è fissato con deliberazione del Consiglio regionale su proposta del Comitato regionale faunistico.
I non residenti in Sardegna, con le formalità sopra indicate, dovranno presentare la domanda, tra il 1º aprile ed il 31 maggio, al Presidente della Giunta regionale tramite il Presidente del Comitato regionale faunistico.
L’autorizzazione regionale per l’esercizio della caccia ha la stessa durata della licenza di porto di fucile anche per uso di caccia e scade con essa. Per gli anni successivi a quello del rilascio la validità dell’autorizzazione è subordinata all’effettivo pagamento del contributo annuale. La ricevuta di versamento dovrà essere allegata all’autorizzazione.
A cura dell’Amministrazione regionale l’autorizzazione regionale conterrà, come parte integrante un libretto venatorio nel quale il cacciatore, nel corso di ogni giornata di caccia effettiva, ha l’obbligo di segnare in modo indelebile la selvaggina a mano a mano che essa viene abbattuta.
Art.23
A colui che pur essendo munito dei documenti di cui al primo comma non li esibisca all’agente che gliene faccia richiesta, si applica la sanzione amministrativa da lire 5.000 a lire 50.000; la sanzione si applica nel minimo qualora esibisca il documento entro otto giorni.
Art.24
In tutte le cartine dovranno essere indicati i Comprensori, i Comuni, le oasi permanenti di protezione faunistica e di cattura e le zone di ripopolamento e di cattura.
La carta geografica viene fornita gratuitamente all’atto della consegna dell’autorizzazione.
I Comitati comprensoriali faunistici e i Comitati comunali faunistici terranno una scorta di cartine geografiche del territorio regionale che saranno cedute, a richiesta e a pagamento, al prezzo che verrà fissato, di volta in volta, dal Comitato regionale faunistico.
TITOLO II
(Esercizio della caccia)
CAPO II
(Termini e modi di caccia)
Art.25
Entro il 15 giugno il Servizio regionale di studio ed allevamento della selvaggina fa pervenire al Comitato regionale faunistico una relazione tecnico - scientifica relativa alla consistenza del patrimonio faunistico, all’andamento del ciclo riproduttivo ed alle possibilità di prelievo delle singole specie di selvaggina.
Entro lo stesso termine di cui al precedente comma i Comitati comprensoriali faunistici, sentiti i Comitati comunali faunistici, inviano al Comitato regionale faunistico le proposte di calendario venatorio annuale.
Chi trasgredisce le norme fissate dal calendario venatorio, quando il fatto riguarda l’abbattimento o la cattura di selvaggina stanziale, è soggetto, oltre alle altre sanzioni amministrative, anche a quelle previste dal successivo articolo 28 per i capi abbattuti o catturati abusivamente.
Art.26
L’esercizio venatorio potrà essere consentito per un massimo di due giornate la settimana, compresa la domenica, oltre alle giornate festive infrasettimanali.
La caccia alla tortora può essere consentita anche nel mese di agosto fino ad un massimo di tre giornate, purché alla posta e senza l’uso del cane.
La caccia al cinghiale può essere consentita dall’8 dicembre al 31 gennaio dell’anno successivo, limitatamente alle domeniche e alle giornate festive infrasettimanali.
Limitatamente alle isole dell’arcipelago di La Maddalena è consentita la caccia alla beccaccia in un periodo compreso tra il 1º marzo e il 15 aprile
Art.27
Sono vietati:
a) l’uso di arma da fuoco impostata anche con scatto provocato dalla preda;
b) la caccia col fucile su barca a motore ovvero a rimorchio di barca a motore; la caccia con o da velivoli e con o da veicoli a trazione animale o meccanica;
c) l’uso di mezzi elettrici, di lanterne, di insidie notturne;
d) l’uso di gabbie, di ceste, di pietre a scatto, di tagliole e di ogni genere di trappole e trabocchetti;
e) l’uso di lacci di qualsiasi genere;
f) ogni tipo di uccellagione e l’uso di qualunque rete;
g) l’uso di richiami acustici a funzionamento elettronico o di altro tipo, muniti o meno di amplificatori del suono;
h) l’uso di armi munite di silenziatore;
i) l’uso del furetto, salvo le deroghe previste negli articoli successivi;
l) l’uso di armi corte, di armi ad aria compressa ed a gas;
m) l’uso di richiami vivi;
n) molestare la fauna con velivoli, in qualunque luogo essa si trovi, scendendo a bassa quota o permanendo senza necessità sui luoghi stessi;
o) l’esercizio venatorio nei giardini, nei parchi pubblici e privati, nei terreni adibiti ad attività sportive;
p) l’esercizio venatorio nei parchi nazionali e regionali, nelle oasi di protezione faunistica e di cattura, nelle zone di ripopolamento e di cattura, nei centri di produzione di selvaggina, nelle zone di addestramento cani;
q) l’esercizio venatorio nelle zone ove vi siano opere di difesa dello Stato, ed in quelle ove il divieto sia richiesto a giudizio non sindacabile dell’autorità militare o dove esistano monumenti nazionali, purché dette zone siano chiaramente delimitate da tabelle recanti la scritta: “ZONA MILITARE - DIVIETO DI CACCIA” - “MONUMENTO NAZIONALE - DIVIETO DI CACCIA”;
r) l’esercizio venatorio nelle aie, nelle pertinenze dei fabbricati rurali, nelle zone comprese nel raggio di cento metri da immobili, fabbricati e stabili adibiti ad abitazioni e posti di lavoro e di cinquanta metri da vie di comunicazione, ferrovie e strade carrozzabili eccettuate le strade poderali ed interpoderali;
s) l’esercizio venatorio a rastrello in più di tre persone ed utilizzare, a scopo di caccia, scafandri o tute impermeabili da sommozzatore, negli specchi o corsi d’acqua;
t) l’esercizio venatorio su terreni ricoperti in tutto o nella maggior parte di neve;
u) prendere o tenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi ed uccelli appartenenti alla fauna selvatica, salvo le autorizzazioni per i fini di ripopolamento o per sottrarli a sicura distruzione o morte purché in tale ultimo caso se ne dia avviso all’organo venatorio più vicino;
v) detenere o commerciare esemplari di mammiferi ed uccelli presi con mezzi non consentiti dalla presente legge;
z) l’uso di munizioni spezzate nella caccia agli ungulati;
aa) la caccia alla folaga, ai palmipedi, ai conigli selvatici col sistema della battuta;
ab) l’esercizio della caccia nei fondi chiusi da muro, rete metallica od altra effettiva chiusura di altezza non inferiore a metri 1,80 o da corsi e specchi d’acqua perenni il cui letto abbia la profondità di metri 1,50 e larghezza di almeno 3 metri; in detti fondi la cattura della selvaggina può essere effettuata soltanto ai fini della protezione delle colture su autorizzazione e col controllo del Comitato comprensoriale faunistico competente per territorio; la selvaggina stanziale catturata deve essere destinata al ripopolamento di altre località;
ac) cacciare o catturare qualsiasi specie di selvaggina da un’ora dopo il tramonto ad un’ora prima della levata del sole, salvi i casi previsti dall’articolo 39 della presente legge; è fatta eccezione per la caccia di appostamento ai palmipedi per la quale il divieto di cui sopra ha inizio due ore dopo il tramonto.
Per le infrazioni ai divieti di cui alle lettere a), b), c), d), e), f), g), h), i), l), m), n), s), t), u), v), z), aa), si applica la sanzione amministrativa da lire 150.000 a lire 300.000 e la sospensione dell’autorizzazione regionale di caccia per un periodo da 2 a 5 anni.
Nel novero delle armi da fuoco il cui uso è proibito non sono compresi congegni non pericolosi destinati esclusivamente a segnale d’allarme.
Art.28
Art.29
La proibizione relativa ai colombi torraioli non si applica alle Amministrazioni comunali.
E’ inoltre vietata l’uccisione o la cattura degli animali fuggiti dai giardini zoologici e da raccolte di animali viventi, salvo il consenso del proprietario.
L’Assessore regionale competente può autorizzare su parere del Comitato regionale faunistico, la cattura di esemplari appartenenti alle specie di cui al primo comma alle condizioni stabilite dalla relativa autorizzazione.
Art.30
Chiunque, per qualsiasi motivo e in qualsiasi tempo, senza averne permesso, venga in possesso di selvaggina viva deve darne avviso entro 48 ore al Comitato regionale faunistico o al Comitato comprensoriale faunistico ovvero al Comitato comunale faunistico competenti, che provvederanno nel modo più conveniente alla sistemazione della selvaggina.
Il trasgressore è soggetto alla sanzione amministrativa da lire 30.000 a lire 150.000. Gli animali vengono sequestrati e consegnati al Comitato comprensoriale faunistico il quale li destinerà, per quanto possibile al ripopolamento.
Chiunque uccida, catturi o rinvenga uccelli inanellati o altra selvaggina contrassegnata, deve darne notizia al Comitato comprensoriale faunistico o ai Comitati comunali faunistici.
Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano ai giardini o istituti zoologici, alle stazioni zootecniche sperimentali, agli osservatori ornitologici e alle istituzioni similari.
Art.31
Il trasgressore è soggetto alla sanzione amministrativa da lire 50.000 a lire 300.000.
Art.32
Il trasgressore è soggetto alla sanzione amministrativa da lire 50.000 a lire 300.000 e per i casi di cui all’articolo 28 è soggetto altresì alla sanzione amministrativa ivi prevista.
Art.33
Art.34
Il trasgressore è soggetto alla sanzione amministrativa da lire 30.000 a lire 150.000 e per i casi di cui all’articolo 28, è soggetto altresì alla sanzione amministrativa ivi prevista.
Art.35
Ai cacciatori muniti di porto d’arma e autorizzazione regionale che si rechino fuori dal territorio della Sardegna è consentito portare con sé un numero di capi di selvaggina pari al numero massimo consentito dal calendario venatorio per una sola giornata di caccia.
La selvaggina deve essere esibita agli agenti doganali insieme ai documenti citati.
La mancata esibizione della selvaggina comporta la sanzione amministrativa da lire 50.000 a lire 300.000.
Per l’esportazione o per il tentativo di esportazione clandestina di selvaggina in numero superiore a quello consentito il trasgressore è soggetto alla sanzione amministrativa da lire 200.000 a lire 2.000.000 e alla revoca della autorizzazione regionale.
Art.36
I cani catturati a norma del presente articolo devono essere dati in custodia al Comitato comunale faunistico competente per territorio verso il quale il proprietario del cane è tenuto al rimborso delle spese di custodia e di mantenimento.
Eseguiti i predetti pagamenti, il cane catturato viene restituito.
Trascorsi trenta giorni, nel caso che il proprietario sia rimasto sconosciuto, il cane rimane di proprietà del Comitato comunale faunistico che ne dispone liberamente.
I trasgressori sono soggetti alle sanzioni previste per la mancata custodia di cani vaganti.
CAPO III
(Variazioni ai termini e ai modi di caccia)
Art.37
Art.38
L’Assessore regionale competente, di concerto con l’Assessore regionale del turismo, su conforme deliberazione del Comitato regionale faunistico, può vietare la caccia nelle località di notevole interesse panoramico, paesistico o turistico, a tutela dell’integrità e della quiete della zona.
In caso di divieto permanente tali zone sono costituite oasi permanenti di protezione faunistica e di cattura.
Art.39
La selvaggina catturata deve essere destinata al ripopolamento di altre zone della stessa area faunistica o, in subordine, di altre aree deficitarie dell’Isola ovvero al Servizio regionale di studio ed allevamento della selvaggina.
Art.40
I mezzi di cattura rimangono in custodia al Comitato comprensoriale faunistico che ne consente l’uso temporaneo, sotto il proprio controllo.
Art.41
L’Assessore può parimenti autorizzare osservatori ornitologici, che si occupino dello studio delle migrazioni, ad esercitare l’uccellagione in qualsiasi tempo dell’anno, anche a specie proibite e con mezzi vietati, a condizioni da stabilirsi volta per volta.
Art.42
Sono da ritenersi in attualità di coltivazione: i vivai e i giardini; le coltivazioni floreali e gli orti; le colture erbacee dal momento della semina fino al raccolto principale; i prati artificiali dalla ripresa della vegetazione al termine del taglio; i frutteti, gli agrumeti e i vigneti dalla germogliazione fino al raccolto; i terreni di recente rimboschimento ed altri casi analoghi.
L’Assessore regionale competente, su proposta del Comitato regionale faunistico può equiparare ai terreni in attualità di coltivazione quelli nei quali si trovino impianti fissi necessari alle colture.
I terreni in attualità di coltivazione debbono essere delimitati con tabelle recanti la scritta: “ART.42, LR 28 APRILE 1978, n. 32, SULLA PROTEZIONE DELLA FAUNA E SULL’ESERCIZIO DELLA CACCIA IN SARDEGNA - DIVIETO DI CACCIA VAGANTE”.
Tutti gli agenti incaricati della vigilanza sull’applicazione della presente legge sono tenuti d’ufficio ovvero su richiesta di chiunque di redigere immediatamente il verbale d’accertamento relativo all’infrazione e al danno.
L’apposizione abusiva o irregolare delle tabelle è punita con la sanzione amministrativa da lire 30.000 a lire 100.000.
Art.43
I territori di cui al precedente comma possono essere costituiti in oasi permanenti di protezione faunistica e di cattura.
Art.44
Il trasgressore è soggetto alla sanzione amministrativa da lire 10.000 e lire 50.000.
Per le prove sul terreno in tempo di divieto il Comitato può permettere di sparare alla selvaggina liberata, indicando le modalità da seguire. Della selvaggina uccisa nelle prove sul terreno è vietata la vendita.
Per l’addestramento dei cani il Comitato comprensoriale faunistico indica per ogni comune dell’area zone facilmente individuabili, accessibili e controllabili. Indica, altresì, i giorni e le ore nei quali è consentito l’addestramento.
Dal trentesimo giorno precedente l’apertura generale della caccia esso può essere effettuato liberamente in tutti i terreni non soggetti a vincoli venatori in base alla presente legge.
L’uso di selvaggina importata dall’estero per l’addestramento di cani e per le prove sul terreno deve essere autorizzato dal Comitato regionale faunistico, dietro domanda in cui sono specificamente indicate le località, la data e l’orario prescelti e la provenienza della selvaggina.
Art.45
La selvaggina catturata per il ripopolamento deve essere subito liberata nelle località da ripopolare.
TITOLO III
(Oasi permanenti di protezione faunistica e di cattura, zone di ripopolamento e di cattura e zone di concessione autogestite per l’esercizio della caccia.)
Art.46
Esse devono essere ubicate in zone preferibilmente demaniali di adeguata estensione, scelte opportunamente, tenendo presenti le caratteristiche ambientali secondo un criterio di difesa della fauna selvatica e del relativo habitat, d’interesse regionale. La loro durata è indeterminata.
Le oasi permanenti di protezione faunistica e di cattura possono avere dimensioni comunale, intercomunale e intercomprensoriale.
Art.47
Esse hanno una durata da tre mesi a sei anni e vengono riaperte alla libera caccia gradualmente, per porzioni di territorio.
Le zone di ripopolamento e di cattura vengono costituite con un criterio di rotazione territoriale in modo da coprire permanentemente da un quinto ad un terzo dell’area faunistica interessata.
Art.48
In considerazione del preminente interesse pubblico delle oasi permanenti di protezione faunistica e di cattura e delle zone di ripopolamento e di cattura, l’inclusione nel loro perimetro di terreni di proprietà privata è disposta coattivamente salvo l’indennizzo di cui alla presente legge quando ne derivi pregiudizio alle colture.
Le modifiche del numero, della localizzazione e dell’estensione delle oasi permanenti di protezione faunistica e di cattura sono disposte con decreto dell’Assessore regionale competente su conforme parere del Comitato regionale faunistico.
La rotazione territoriale delle zone di ripopolamento e di cattura di cui all’ultimo comma dell’articolo 47 è disposta con decreto dell’Assessore regionale competente sulla base delle proposte avanzate dai Comitati comprensoriali faunistici.
La durata delle zone di ripopolamento e di cattura, di cui al secondo comma dell’articolo 47, è fissata con decreto dell’Assessore regionale competente, tenendo presenti le condizioni ambientali, la consistenza della selvaggina presente ed il ritmo di incremento delle varie specie faunistiche.
Art.49
Art.50
Se un’oasi permanente ricade nel territorio di due o più comprensori limitrofi, la sua gestione è affidata al comprensorio entro il perimetro del quale è compresa la maggiore superficie dell’oasi.
Le zone di ripopolamento e di cattura devono sempre ricadere entro il perimetro di uno stesso comprensorio.
Art.51
Tali zone debbono essere affidate in gestione a cacciatori secondo le norme del regolamento che verrà emanato dalla Giunta regionale su proposta del competente Assessore, sentita la Commissione consiliare competente, entro sei mesi dalla data di approvazione della presente legge.
Il regolamento dovrà attenersi, in particolare, ai seguenti principi:
a) nella zona data in concessione il rapporto cacciatore - territorio non può essere superiore ai venti ettari;
b) la gestione della zona data in concessione deve essere affidata all’assemblea dei soci integrata di diritto dai componenti dei Comitati faunistici territorialmente competenti;
c) è fatto carico ai concessionari di provvedere a loro cura e spese alla delimitazione, tabellazione ed adeguata vigilanza della zona in concessione;
d) è fatto obbligo ai concessionari di consegnare annualmente al Comitato comprensoriale faunistico competente un numero di capi di selvaggina stanziale proporzionato all’estensione della zona in concessione, da destinarsi al ripopolamento delle zone libere; il prelevamento dovrà essere effettuato secondo le modalità previste dalla presente legge;
e) le zone possono essere comunali, intercomunali, comprensoriali o intercomprensoriali;
f) il numero delle giornate consentite per l’esercizio della caccia alla selvaggina stanziale nelle zone in concessione non deve superare il 50 per cento delle giornate di caccia previste dal calendario venatorio regionale; le prime due giornate di caccia alla selvaggina stanziale nelle zone in concessione debbono coincidere con le prime due giornate di caccia fissate dal calendario venatorio regionale;
g) le altre giornate debbono essere utilizzate a giornate alterne;
h) gli organismi di gestione delle zone in concessione possono richiedere un contributo finanziario di partecipazione a tutti i cacciatori ammessi;
i) lo stesso cacciatore non può far parte di più di una zona in concessione.
Art.52
“OASI PERMANENTI DI PROTEZIONE FAUNISTICA E CATTURA - DIVIETO DI CACCIA”, “ZONA DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA - DIVIETO DI CACCIA” e “ZONA IN CONCESSIONE PER L’ESERCIZIO DELLA CACCIA AUTOGESTITA - DIVIETO DI CACCIA”.
Le tabelle devono essere collocate su pali o alberi ad una altezza da 3 a 4 metri, ad una distanza di circa 100 metri una dall’altra e, comunque, in modo che da ogni tabella siano visibili le due contigue.
Quando si tratti di terreni contigui a corsi o specchi di acqua, le tabelle possono essere collocate anche su natanti, emergenti almeno 50 centimetri dal pelo dell’acqua.
Le tabelle devono essere collocate anche lungo i bordi delle strade interne dell’oasi permanente di protezione faunistica e di cattura e della zona di ripopolamento e di cattura se dette strade superano i 3 metri di larghezza; ove la larghezza delle strade sia inferiore a 3 metri, le tabelle vengono apposte ben visibili, agli ingressi.
Le tabelle perimetrali, da chiunque poste in commercio, debbono essere conformi alle indicazioni contenute nel decreto costitutivo.
Le tabelle perimetrali debbono essere mantenute in buono stato di conservazione e leggibilità.
Art.53
E’ considerato esercizio di caccia nelle oasi permanenti di protezione faunistica e di cattura e nelle zone di ripopolamento e di cattura anche quello che si esercita lungo le vie di comunicazione, linee ferroviarie, torrenti, canali delle valli salse da pesca, argini relativi a golene, anche se di uso pubblico, che le attraversino.
Quando i confini delle oasi permanenti di protezione faunistica e di cattura e delle zone di ripopolamento e di cattura siano contigui a corsi o specchi d’acqua, la caccia è vietata a chiunque fino alla distanza di 50 metri dal confine perimetrale delle oasi e delle zone suddette.
Il trasgressore del divieto di cui al comma precedente è soggetto alla sanzione amministrativa da lire 30.000 a lire 150.000 e alla sospensione dell’autorizzazione regionale di caccia da 1 a 5 anni.
Art.54
Art.55
La misura dell’indennizzo sarà forfettaria in ragione di ogni ettaro coltivato.
TITOLO IV
(Sanzioni e servizio di vigilanza)
Art.56
Alle infrazioni amministrative si applicano le disposizioni della legge 24 dicembre 1975, n. 706, in quanto compatibili.
Art.57
Al Corpo saranno attribuite le funzioni e i compiti attualmente di competenza del Corpo regionale delle foreste in base alle norme vigenti, nonché ogni altra competenza di vigilanza, prevenzione e repressione in materia ecologica e venatoria nel territorio della Regione prevista dalla presente legge.
Il Corpo verrà istituito mediante l’utilizzazione dell’attuale Corpo delle guardie forestali, delle guardie giurate dell’Azienda delle foreste demaniali e delle guardie venatorie e del personale attualmente dipendente dai Comitati provinciali della caccia, dopo la soppressione di questi ultimi in attuazione dell’articolo 58 della presente legge.
Con la stessa legge regionale, in armonia con le disposizioni relative al nuovo ordinamento degli uffici e allo stato giuridico del personale dell’Amministrazione regionale, verranno fissati, mediante opportuna ristrutturazione, l’inquadramento e il trattamento economico.
Le strutture del Corpo di vigilanza territoriale devono garantire la presenza e la disponibilità in ogni Comprensorio faunistico di un adeguato numero di agenti che dovranno risiedere nei Comuni presso i quali sono chiamati a svolgere i loro servizi.
Art.58
I mezzi ed il personale dei Comitati provinciali della caccia soppressi vengono trasferiti all’Amministrazione regionale che ne dispone l’utilizzazione nel quadro delle strutture previste dalla presente legge.
Art.59
Gli agenti volontari devono essere muniti di licenza di porto di fucile anche per uso di caccia, di apposito tesserino rilasciato dal Presidente della Giunta regionale e della licenza di cui all’articolo 42 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773.
Non possono essere nominati agenti volontari coloro che hanno commesso infrazioni alle leggi sulla caccia o al calendario venatorio.
Tutte le autorizzazioni rilasciate alle guardie volontarie venatorie precedentemente alla data di entrata in vigore della presente legge sono revocate, con esclusione di quelle per la cui revoca sono competenti le autorità di pubblica sicurezza.
Art.60
Gli agenti volontari di vigilanza territoriale, durante il servizio, possono essere armati solo di pistola. Nelle giornate di caccia possono essere armati anche di fucile. Il servizio deve essere svolto in collaborazione con il Corpo regionale di vigilanza territoriale.
Agli agenti volontari cui venga accertata un’infrazione alle leggi sulla caccia o al calendario venatorio viene revocata l’autorizzazione a svolgere il servizio di vigilanza venatoria.
I verbali e i rapporti predisposti dagli ufficiali ed agenti non appartenenti al Corpo regionale di vigilanza territoriale, compresi gli agenti volontari, devono essere trasmessi al comando o ufficio di appartenenza che provvederà ad inoltrare gli atti, eventualmente integrati e completati con accertamenti successivi, all’organo indicato nell’articolo 63 della presente legge.
Art.61
Art.62
Art.63
Art.64
Art.65
L’ingiunzione di pagamento prefigge un termine non inferiore a trenta giorni per il pagamento stesso che dovrà effettuarsi in favore della Tesoreria della Regione autonoma della Sardegna a mezzo di bollettino di conto corrente postale.
L’ingiunzione costituisce titolo esecutivo.
In caso di mancato pagamento nel termine prescritto, il Comitato regionale faunistico procede alla riscossione della somma dovuta mediante esecuzione forzata.
Si applicano le norme del testo unico approvato con regio decreto 14 aprile 1910, n. 639, e le disposizioni di cui al quarto, quinto, sesto, settimo e ottavo comma dell’articolo 9 della legge 3 maggio 1967, n. 317.
In caso di ritardo nel pagamento, la somma dovuta è maggiorata di un quarto per ogni semestre a decorrere da quello in cui la sanzione è divenuta esigibile.
Art.66
Art.67
Art.68
Art.69
TITOLO V
(Associazioni venatorie)
Art.70
a) abbiano finalità sportive, ricreative o tecnico - venatorie;
b) posseggano un’efficiente e stabile organizzazione a carattere regionale, con congrui organi periferici;
c) abbiano un numero di soci non inferiore a un ventesimo delle licenze di caccia rilasciate nella Regione;
d) prevedano nei loro statuti la democratica elezione degli organi direttivi.
Nelle associazioni venatorie riconosciute non possono rivestire cariche coloro che abbiano riportato condanne per violazioni alle leggi sulla caccia.
Art.71
E’ vietata l’iscrizione a più di un’associazione venatoria.
TITOLO VI
(Norme finanziarie)
Art.72
20605 - Versamenti dei cacciatori per il rilascio delle autorizzazioni regionali di caccia
lire 600.000.000
Nello stato di previsione dell’entrata del bilancio della Regione per l’anno finanziario 1978, la denominazione del capitolo 20709 è così modificata e lo stanziamento così incrementato:
20709 - Somme riscosse per sanzioni amministrative in applicazione della legge regionale sulla protezione della fauna e sull’esercizio della caccia. Proventi delle sanzioni amministrative per le violazioni delle norme di polizia forestale e delle norme integrative per la difesa dei boschi dagli incendi (art. 11, comma terzo legge 1 marzo 1975, n 47). Proventi dalle sanzioni amministrative e delle pene pecuniarie per le violazioni già punibili soltanto con la pena dell’ammenda o, oltre a questa, con una pena pecuniaria (art. 13, comma secondo, legge 24 dicembre 1975, n. 706
+ lire 15.000.000
Nello stato di previsione della spesa dell’Assessorato della difesa dell’ambiente del bilancio della Regione per l’anno finanziario 1978 sono istituiti i seguenti capitoli:
05092 - (Tit. 1 - Sez. 6 - Cat. 04) - Compensi all’Istituto nazionale di biologia della selvaggina di Bologna e agli istituti universitari specializzati per consulenze tecniche in attesa dell’istituzione presso l’Istituto zootecnico e caseario della Sardegna del Servizio regionale di studio e allevamento della selvaggina (art. 76, LR 28 aprile 1978, n. 32).
lire 40.000.000
05093 - (Tit. 1 - Sez. 6 - Cat. 05) - Indennizzo ai conduttori di fondi rustici compresi nel perimetro delle oasi permanenti di protezione faunistica e di cattura e delle zone di ripopolamento e di cattura o con esse confinanti per i danni alle colture agricole provocati dalla selvaggina (art. 55, LR 28 aprile 1978, n. 32).
lire 10.000.000
05094 - (Tit. 1 - Sez. 6 - Cat. 05) - Contributo al Comitato regionale faunistico per il suo funzionamento per l’assolvimento dei compiti affidatigli e per la difesa ed incremento del patrimonio faunistico della Sardegna, per il rilascio delle autorizzazioni regionali per l’esercizio della caccia, per la compilazione dell’anagrafe dei cacciatori autorizzati ad esercitare la caccia in Sardegna e dei trasgressori alla legge regionale sulla protezione della fauna e sull’esercizio della caccia in Sardegna, per la concessione di premi agli agenti volontari che si siano particolarmente distinti nelle attività di vigilanza
lire 765.000.000
05095 - (Tit. 1 - Sez. 6 - Cat. 05) - Contributi alle associazioni venatorie regionali e provinciali per le attività di vigilanza, organizzazione, educative, turistiche e sportive praticate in Sardegna.
lire 10.000.000
Nello stato di previsione della spesa dell’Assessorato della difesa dell’ambiente del bilancio della Regione per l’anno finanziario 1978 è introdotta la seguente variazione in aumento:
Cap. 05083 - Contributi anche straordinari, ai Comitati provinciali della caccia per il loro funzionamento e per l’assolvimento dei compiti loro affidati e per l’attuazione del controllo sull’esercizio venatorio e sul funzionamento delle riserve e delle zone di ripopolamento e cattura della selvaggina; premi agli agenti maggiormente distintisi nel servizio di vigilanza; contributi per l’esercizio delle zone di ripopolamento e cattura; premi alle riserve praticanti intensivi allevamenti di selvaggina; premi di cattura e contributi e sussidi a favore di enti e privati ai fini del testo unico delle norme sulla protezione della selvaggina e per l’esercizio della caccia (artt. 54, comma quarto, 61, 80, 92 e 93, TU approvato con RD 5 giugno 1939, n. 1016, e LR 30 marzo 1957, n. 30).
+ lire 40.000.000
Nello stato di previsione della spesa dell’Assessorato della programmazione, bilancio e assetto del territorio del bilancio della Regione per l’anno finanziario 1978 è introdotta la seguente variazione in diminuzione:
Cap. 03016 - Fondo speciale per fronteggiare spese correnti dipendenti da nuove disposizioni legislative (lettera L dell’elenco n. 4 allegato al bilancio).
lire 250.000.000
Le spese per l’attuazione della presente legge fanno carico ai capitoli 05092, 05093, 05094, 05095 e 05083 dello stato di previsione della spesa dell’Assessorato della difesa dell’ambiente del bilancio della Regione per l’anno finanziario 1978 e ai corrispondenti capitoli dei bilanci per gli anni successivi.
TITOLO VII
(Norme transitorie e finali)
Art.73
Sono altresì soppresse le riserve consorziali e quelle sociali superiori ai 500 ettari e che abbiano un numero di soci inferiore a 16.
Le riserve di caccia consorziali e quelle sociali non potranno essere rinnovate alla scadenza del decreto di concessione e saranno automaticamente trasformate in zone di ripopolamento e di cattura in attesa del nuovo riassetto che verrà dato dal Comitato regionale faunistico e dai Comitati comprensoriali faunistici.
Nell’annata venatoria precedente la scadenza, l’esercizio della caccia nelle riserve consorziali e sociali deve essere effettuato sotto la diretta sorveglianza del Corpo regionale di vigilanza territoriale.
La caccia nelle riserve potrà essere esercitata soltanto da coloro che risultino soci alla data di entrata in vigore della presente legge.
Art.74
Il contributo, per l’annata venatoria 1978-1979, resta fissato in lire 10.000 per i fucili ad un colpo, in lire 15.000 per i fucili a due colpi ed in lire 18.000 per i fucili a tre colpi.
Art.75
Art.76
Art.77
Detto personale potrà essere dislocato territorialmente dal competente Assessore regionale a seconda delle accertate esigenze.
Per le ulteriori esigenze potrà essere utilizzato il personale dipendente dalla Regione o da suoi enti, resosi comunque disponibile.
E’ consentita altresì la collaborazione prestata volontariamente dalle associazioni venatorie attraverso i loro associati o dipendenti.
Art.78
Art.79
Art.80
La presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione.
E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione.
Data a Cagliari, addì 28 aprile 1978
Soddu