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L'UNIONE SARDA - Cronache : Un college nel seminario della diocesi
18.05.2010
L’arcivescovo: garantiremo la formazione dei meno abbienti
È pronto ad accogliere i primi studenti il college universitario Sant’Efisio, promosso dalla Curia e ospitato nel seminario arcivescovile di Cagliari. Giovedì, in via monsignor Cogoni, ci sarà l’inaugurazione in pompa magna con autorità, civili e religiose, presidi di facoltà e sindaci. Poi a settembre si aprono i battenti. IL PROGETTO. «È una scommessa, vogliamo diventare il punto di riferimento in città per tanti giovani, speriamo anche stranieri», dice l’arcivescovo Giuseppe Mani, che ha «fortemente voluto» la struttura, ricavata in un’ala rimessa a nuovo dell’antico edificio. «Il college è sempre stato il mio sogno - spiega Mani mentre fa da cicerone tra i corridoi del college assieme al vescovo ausiliare Mosè Marcia - l’intento è investire nella formazione dei giovani meno abbienti, con grandi capacità e intelligenza, che altrimenti non avrebbero possibilità di andare avanti negli studi: ne ho visti tanti che a scuola non rendevano perché non seguiti con attenzione, noi vogliamo sostenere la loro formazione». Qui, nel seminario della diocesi, in cinquant’anni sono state formate generazioni di ragazzi, molti dei quali diventati poi sacerdoti. Oggi, con la crisi delle vocazioni, le cose sono cambiate: il seminario non è più frequentato come in passato, ci sono undici liceali che frequentano la scuola pubblica, una decina di teologi (molti sono a Roma) e tanti spazi da sfruttare. IL PROGETTO. Da qui il college a 5 stelle, così l’ha definito l’arcivescovo per sottolineare la qualità dei servizi offerti agli studenti. Con gli 8 milioni e 800 mila euro arrivati finora sono state realizzate, su tre piani, le prime 80 camere singole con bagno (alcune adatte ai disabili), tutte con pareti celesti, in contrasto con la tinta arancione che caratterizza i corridoi interni. «A lavori finiti si potrà contare su 164 camere », precisa monsignor Marcia, confermando che saranno impegnati altri 10 milioni di euro per completare l’intera struttura, tra un anno o poco più. Il tutto con sale di lettura e d’incontro, biblioteca, auditorium, cucina, mensa e le cappelle di piano. «Da una parte la Curia e il seminario, dall’altra il college ». Non mancano gli impianti sportivi, per il tennis e uno polivalente per pallacanestro e pallavolo, oltre a un campo di calcetto. Tutto questo grazie ai fondi di un “Pia” (Programma integrato d’area) finanziato dalle giunte regionali, da Masala a Soru: i soldi sono stati quindi trasferiti al Comune con cui la Curia ha firmato un accordo di programma. REQUISITI. Il college vuole essere un punto di riferimento per gli studenti universitari (per ora solo maschietti) meno abbienti, dotati di grandi capacità di studio e impegno. Si pagherà una retta di 600 euro al mese, in cambio di un’offerta “tutto compreso”, vitto, alloggio, pulizia ed educatori: somma destinata a diminuire con i benefici delle borse di studio. A gestire i fondi sarà una fondazione, di cui fanno parte la diocesi, la Regione, la Provincia e il Comune, oltre ad aziende come la Saras, già coinvolte nel progetto per favorire l’occupazione dei giovani collegiali. Preti già laureati o docenti universitari (i tutor) accompagneranno gli studenti per tutto il percorso formativo. Ci si può iscrivere da giovedì (indirizzando le domande in segreteria) e, alla luce del curriculum, avverrà la selezione. Anche chi non è battezzato o professa un’altra religione può essere ospitato nel college. Per entrare l’unica condizione è condividere (e quindi sottoscrivere) il progetto formativo con cui ci si impegna a rispettare orari, regole e iniziative della scuola. Uno stile di vita severo, improntato - come dice monsignor Mani - a quell’«aristocratica austerità», essenziale per la formazione ad alto livello a cui si ambisce. Top secret, sino a giovedì, il nome del direttore. CARLA RAGGIO

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