È pronto ad accogliere i
primi studenti il college
universitario Sant’Efisio,
promosso dalla Curia e
ospitato nel seminario arcivescovile
di Cagliari. Giovedì,
in via monsignor Cogoni,
ci sarà l’inaugurazione
in pompa magna con
autorità, civili e religiose,
presidi di facoltà e sindaci.
Poi a settembre si aprono
i battenti.
IL PROGETTO. «È una
scommessa, vogliamo diventare
il punto di riferimento
in città per tanti
giovani, speriamo anche
stranieri», dice l’arcivescovo
Giuseppe Mani, che ha
«fortemente voluto» la
struttura, ricavata in
un’ala rimessa a nuovo
dell’antico edificio. «Il college
è sempre stato il mio
sogno - spiega Mani mentre
fa da cicerone tra i corridoi
del college assieme al
vescovo ausiliare Mosè
Marcia - l’intento è investire
nella formazione dei
giovani meno abbienti,
con grandi capacità e intelligenza,
che altrimenti
non avrebbero possibilità
di andare avanti negli studi:
ne ho visti tanti che a
scuola non rendevano perché
non seguiti con attenzione,
noi vogliamo sostenere
la loro formazione».
Qui, nel seminario della
diocesi, in cinquant’anni
sono state formate generazioni
di ragazzi, molti dei
quali diventati poi sacerdoti.
Oggi, con la crisi delle
vocazioni, le cose sono
cambiate: il seminario non
è più frequentato come in
passato, ci sono undici liceali
che frequentano la
scuola pubblica, una decina
di teologi (molti sono a
Roma) e tanti spazi da
sfruttare.
IL PROGETTO. Da qui il
college a 5 stelle, così l’ha
definito l’arcivescovo per
sottolineare la qualità dei
servizi offerti agli studenti.
Con gli 8 milioni e 800 mila
euro arrivati finora sono
state realizzate, su tre piani,
le prime 80 camere singole
con bagno (alcune
adatte ai disabili), tutte con
pareti celesti, in contrasto
con la tinta arancione che
caratterizza i corridoi interni.
«A lavori finiti si potrà
contare su 164 camere
», precisa monsignor
Marcia, confermando che
saranno impegnati altri 10
milioni di euro per completare
l’intera struttura,
tra un anno o poco più. Il
tutto con sale di lettura e
d’incontro, biblioteca, auditorium,
cucina, mensa e
le cappelle di piano. «Da
una parte la Curia e il seminario,
dall’altra il college
». Non mancano gli impianti
sportivi, per il tennis
e uno polivalente per
pallacanestro e pallavolo,
oltre a un campo di calcetto.
Tutto questo grazie ai
fondi di un “Pia” (Programma
integrato d’area)
finanziato dalle giunte regionali,
da Masala a Soru:
i soldi sono stati quindi
trasferiti al Comune con
cui la Curia ha firmato un
accordo di programma.
REQUISITI. Il college vuole
essere un punto di riferimento
per gli studenti
universitari (per ora solo
maschietti) meno abbienti,
dotati di grandi capacità di
studio e impegno. Si pagherà
una retta di 600 euro
al mese, in cambio di
un’offerta “tutto compreso”,
vitto, alloggio, pulizia
ed educatori: somma destinata
a diminuire con i
benefici delle borse di studio.
A gestire i fondi sarà
una fondazione, di cui fanno
parte la diocesi, la Regione,
la Provincia e il Comune,
oltre ad aziende come
la Saras, già coinvolte
nel progetto per favorire
l’occupazione dei giovani
collegiali. Preti già laureati
o docenti universitari (i
tutor) accompagneranno
gli studenti per tutto il percorso
formativo. Ci si può
iscrivere da giovedì (indirizzando
le domande in
segreteria) e, alla luce del
curriculum, avverrà la selezione.
Anche chi non è
battezzato o professa
un’altra religione può essere
ospitato nel college.
Per entrare l’unica condizione
è condividere (e
quindi sottoscrivere) il
progetto formativo con cui
ci si impegna a rispettare
orari, regole e iniziative
della scuola. Uno stile di
vita severo, improntato -
come dice monsignor Mani
- a quell’«aristocratica
austerità», essenziale per
la formazione ad alto livello
a cui si ambisce. Top secret,
sino a giovedì, il nome
del direttore.
CARLA RAGGIO
Scarica l'articolo in formato Pdf