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I 60 anni dello Statuto sardo

In Consiglio regionale le celebrazioni ufficiali del 60° anniversario della promulgazione dello Statuto della Regione Autonoma della Sardegna. L'intervento del Presidente Soru, che ha sottolineato quanto sia radicato il senso dell'autonomia e delle identità regionali nel popolo sardo.
CAGLIARI, 25 FEBBRAIO 2008 - "È abbastanza sorprendente, dopo aver speso alcuni anni nel Consiglio regionale, dove abbiamo iniziato condividendo tutti la necessità di riscrivere lo Statuto, trovare un testo già pronto. A lungo abbiamo discusso se andasse bene una Consulta o se fosse necessaria addirittura un'altra assemblea costituente, perché il Consiglio regionale sembrava non fosse abbastanza legittimato a presentare nella discussione in Commissione un suo testo, e quindi a portare in Aula una base di discussione sullo Statuto. Ho sentito chi diceva che il Consiglio regionale non è abbastanza, occorre allargare la discussione e arrivare in tutte le piazze, in tutti i luoghi, in tutte le aziende, per fare in modo che questa proposta sia dell'intera Nazione sarda. E invece oggi capisco, invece, che dieci persone, che in gran parte non conosco, presentano una proposta che verrà sottoposta eventualmente all'iniziativa popolare, e il Consiglio dovrà discutere sulla base del testo proposto da queste persone, evidentemente più legittimate di quanto non fosse il Consiglio regionale o la Consulta proposta in quest'Aula, che poi non è riuscita ad avere il sostegno necessario perché potesse avviare anch'essa la discussione". Così ha esordito questo pomeriggio il Presidente della Regione, Renato Soru, alle celebrazioni ufficiali del 60° anniversario della promulgazione dello Statuto Sardo.

"Il senso dell'autonomia, il senso forte delle identità regionali è assolutamente ben radicato nella nostra regione - ha aggiunto Soru -. E nonostante il clima di distacco dall'attività politica rispetto a questo tipo di dibattito, il tema dell'autonomia, della Sardegna, del riconoscimento come popolo e come nazione, è radicatissimo nelle coscienze dei sardi. Da questo punto di vista, forse, il nostro Statuto non è più sufficiente. Forse c'è un'idea più matura, che nell'Europa delle regioni si è andata consolidando nella coscienza dei sardi, di cui si dovrà tenere conto".

"Il nostro Statuto è uno strumento adeguato per il nostro modello di sviluppo, per la competizione crescente tra la Sardegna e gli altri Paesi dell'Unione europea e del globo?", ha domandato il Presidente Soru. Il quale ha ricordato che un pezzo fondamentale di Statuto, relativo all'articolo 8, "è stato riscritto e non è più quello di quattro anni fa: è un articolo totalmente diverso che assicura alle casse della Regione una quantità di risorse totalmente diversa, che costituiscano la leva fondamentale per poter parlare non soltanto di sviluppo e di autonomia, ma la leva fondamentale per promuovere e fare azioni vere per lo sviluppo, di responsabilità e di gestione dell'autonomia".

"Il reperimento delle risorse ha riguardato il confronto con lo Stato, in un momento anche alto di unità dell'intero popolo sardo sulla compartecipazione delle entrate, ha visto anche un momento importante in cui si è deciso di utilizzare la leva fiscale: è stata utilizzata anche la possibilità prevista dalla riforma costituzionale del 2001, e ancor prima dalla riforma del 1983. Da allora non era mai stata utilizzata, però finalmente si è data attuazione".