Vai al contenuto della pagina

Efficienza Energetica

L’Efficienza energetica esprime il rapporto tra quanto ottenuto in termini di prodotti e servizi e l'energia impiegata allo scopo. Servizi energetici possono includere usi finali nel settore civile (illuminazione, refrigerazione, riscaldamento), processi industriali e trasporti. A differenza del risparmio energetico, che implica qualche riduzione del livello dei servizi, l’efficienza energetica fornisce risparmio di energia senza riduzione dei servizi. Maggior efficienza energetica può essere conseguita mediante tecnologie, componenti e sistemi più o meno complessi.

L’Italia presenta performance elevate in termini di efficienza energetica rispetto agli altri Paesi europei. L’intensità energetica in Italia è pari a circa 100 tep (tonnellata equivalente di petrolio) per milione di euro di PIL nel 2015, in leggero incremento rispetto al 2014 (+2,5%), ma comunque ben al di sotto della media UE 28 di 120 tep per milione di euro di PIL.

Il consumo di energia di uno Stato o area geografica è strettamente legato al suo livello di attività economica. Il rapporto tra le due grandezze Prodotto Interno lordo (PIL) e Consumo Interno Lordo di energia (CIL) è definito intensità energetica ed è un indicatore dell’efficienza energetica di una economia. In generale tanto più basso è il valore dell’intensità energetica tanto più aumenta l’efficienza energetica dell’economia interessata anche se quest’ultima non è l'unica variabile che influenza l'intensità: altri fattori, quali i cambiamenti nella struttura economica ed industriale, gli stili di vita e le condizioni climatiche, hanno un impatto sull'andamento di questo indicatore. Pertanto una riduzione dell'intensità energetica non sempre e non solo indica un miglioramento dell'efficienza energetica: ad esempio il passaggio da una struttura produttiva ad alto consumo di energia verso una a basso consumo di energia, a parità di condizioni, determina una riduzione dell'intensità energetica che non è associata ad un incremento dell'efficienza energetica.

La struttura economica di un Paese gioca, quindi, un ruolo importante nel determinarne la relativa intensità energetica. Si può affermare che le economie post industriali, il cui settore terziario ha un forte peso sul PIL, avranno in linea di principio un’intensità energetica più contenuta delle economie caratterizzate da attività tradizionali, con ampio peso dell’industria pesante.

È necessario pertanto introdurre i concetti di intensità energetica finale, definita dal rapporto tra il consumo finale complessivo e il PIL, e intensità energetica settoriale, definita dal rapporto tra il consumo finale e il Valore Aggiunto del settore, ad eccezione dei settori Trasporti e Residenziale. L'intensità energetica del settore Trasporti è determinata dal rapporto tra consumo finale e il PIL; l'intensità energetica del settore Residenziale è dato dal rapporto tra il consumo finale e la spesa delle famiglie.

È essenziale disporre di un settore energetico competitivo (costi), affidabile (disponibilità di energia) e sostenibile (ambiente e clima globale). Per il gruppo dei Paesi del G20, che rappresenta circa il 90% del PIL mondiale, l’80% del commercio mondiale, il 66% della popolazione mondiale e l’84% delle emissioni di gas serra derivanti dall’uso di fonti fossili di energia, i dati prodotti dall’Eurostat ci dicono che l’intensità energetica è diminuita tra il 2000 e il 2009. Per quanto concerne gli impegni dell'Italia fissati dalla direttiva 27/2012/UE sull'efficienza energetica, i risultati ottenuti nel triennio 2014-2016 sono abbastanza in linea con il trend previsto. In riferimento all'obiettivo minimo di risparmio energetico di 25,5 Mtep di energia finale cumulato da sole politiche attive da conseguire negli anni 2014-2020 (pari all'1,5 %, in volume, delle vendite medie annue di energia ai clienti finali), il risparmio ottenuto ad oggi risulta adeguato al raggiungimento del target.

L'Italia vanta oggi un sistema di miglioramento dell'efficienza energetica consolidato che ha permesso di ottenere risultati significativi nel corso degli ultimi anni, grazie soprattutto all'efficace mix di politiche per l'efficienza disposte a partire dagli anni settanta per contrastare il costo storicamente alto dell'energia nel Paese. Il risparmio complessivo di energia finale derivante dalle misure analizzate dal 2005 al 2016 ammonta a circa 11,58 Mtep/anno ed è stato superato l'obiettivo Piano d’Azione Italiano per l’Efficienza Energetica 2011 (PAEE 2011) atteso per l'orizzonte temporale 2005-2016 di 10,87 Mtep/anno.
In data 21 settembre 2017 la Conferenza Unificata ha sancito l’intesa sullo schema di decreto di approvazione del Piano d'azione nazionale per l'efficienza energetica 2017 (PAEE 2017) che è stato approvato con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 11 dicembre 2017 (GU Serie Generale n. 45 del 23-02-2018). Il Piano prevede un risparmio cumulato al 2020 per il periodo 2011-2020 di 15,5 Mtep di energia finale pari 20,05 Mtep di energia primaria.
Con decreto dei Ministri dello Sviluppo e Economico e dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare è stata approvata il 10 novembre 2017 la Strategia Energetica Nazionale 2017 (SEN2017) che prevede uno scenario Policy di consumo energetico al 2030. È stato dapprima elaborato uno scenario di riferimento nazionale Base che descrive l’andamento inerziale al 2030 dei consumi rispetto al quale è stato costruito uno scenario Policy derivanti da azioni strategiche della SEN2017.

Nello scenario Policy emerge una significativa riduzione dei consumi primari rispetto allo scenario Base al 2030, circa 15 Mtep, e ancor di più rispetto al dato registrato nel 2015, 20 Mtep. Sul fronte dei consumi finali, lo scenario SEN mostra una riduzione di circa 10 Mtep rispetto all’evoluzione BASE. La riduzione dei consumi favorisce la maggiore penetrazione percentuale delle rinnovabili, in particolare nel settore elettrico. La riduzione dei consumi finali, pur guidata dal settore residenziale e terziario (- 6Mtep), interessa tutti i settori grazie anche alla riduzione dei consumi specifici settoriali. In particolare, il consumo pro capite del settore residenziale passa dai 0,53 tep/ab del 2015 a 0,44 tep/ab nello scenario SEN al 2030.