La storia dell’Unione Europea in 10 tappe

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Una breve sintesi della storia dell’Unione Europea tratto da “L’Europa in 12 lezioni” di Pascal Fontaine. La pubblicazione, particolarmente utile per gli studenti delle scuole medie e superiori, è disponibile gratuitamente fino ad esaurimento scorte presso la nostra sede di Cagliari. 

Prima tappa: la dichiarazione di Schuman

Il 9 maggio 1950 la dichiarazione Schuman propone la creazione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), che si concretizza con il trattato di Parigi del 18 aprile 1951. Creando un mercato comune del carbone e dell’acciaio, i sei paesi fondatori (Belgio, Francia, Repubblica federale di Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi) intendono anzitutto garantire la pace fra i vincitori e i vinti della seconda guerra mondiale, associandoli e inducendoli a cooperare in un quadro istituzionale comune improntato al principio dell’uguaglianza.

Seconda tappa: nasce la CEE

I «sei» decidono poi di creare, con i trattati di Roma del 25 marzo 1957, una Comunità europea dell’energia atomica (Euratom) e una Comunità economica europea (CEE). Quest’ultima avrebbe implicato la creazione di un mercato comune più ampio, comprendente tutta una serie di beni e servizi. I dazi doganali tra i sei paesi sono aboliti il 1º luglio 1968 e già negli anni sessanta vengono istituite politiche comuni, prime fra tutte la politica agricola e quella commerciale.

Terza tappa: ecco Danimarca, Irlanda e Regno Unito

Il successo è tale che Danimarca, Irlanda e Regno Unito decidono di aderire. Il primo allargamento, da sei a nove membri, avviene nel 1973. Ad esso si aggiungono l’introduzione di nuove politiche in ambito sociale ed ambientale e la creazione, nel 1975, del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR).

Quarta tappa: nel 1979 le prime elezioni del Parlamento Europeo

Il giugno del 1979 segna una tappa fondamentale, con la prima elezione del Parlamento europeo a suffragio universale diretto. Queste elezioni si svolgono ogni cinque anni.

Quinta tappa: l’Europa guarda a sud

Nel 1981 entra a far parte delle Comunità la Grecia, seguita dal Portogallo e dalla Spagna nel 1986. Questa espansione delle Comunità nell’Europa meridionale rende ancora più necessario attuare i programmi di aiuto alle regioni.

Sesta tappa: l’Atto Unico Europeo

Agli inizi degli anni ottanta la recessione mondiale alimenta una corrente di «europessimismo». Nel 1985 la Commissione europea, allora presieduta da Jacques Delors, pubblica un libro bianco grazie al quale si riaccendono nuove speranze. La Comunità decide infatti di completare il mercato interno entro il 1º gennaio 1993. Sancisce tale ambizioso obiettivo l’Atto unico europeo, che viene firmato nel febbraio 1986 ed entra in vigore il 1º luglio 1987.

Settima tappa: cade il Muro di Berlino

L’assetto politico del continente subisce una radicale trasformazione con la caduta del muro di Berlino nel 1989, la riunificazione tedesca nell’ottobre 1990, la democratizzazione dei paesi dell’Europa centrale e orientale liberatisi dal controllo sovietico e l’implosione dell’Unione sovietica nel dicembre 1991.
Gli Stati membri aprono i negoziati per elaborare un nuovo trattato sull’Unione europea che il Consiglio europeo, composto da capi di Stato o di governo, adotta a Maastricht nel dicembre 1991. Integrando nel sistema comunitario esistente un regime di cooperazione intergovernativa per alcuni settori (quali, ad esempio, la politica estera e la sicurezza interna), il nuovo trattato crea l’Unione europea (UE). Il trattato entra in vigore il 1º novembre 1993.

Ottava tappa: il 1° gennaio l’2002 arriva l’Euro

Altri tre paesi — Austria, Finlandia e Svezia — aderiscono all’Unione europea nel 1995, portando il numero dei suoi membri a 15. L’Europa si trova ad affrontare, in questo periodo, le sfide crescenti della globalizzazione. Le nuove tecnologie e il ricorso sempre più diffuso a Internet stavano trasformando le economie, creando altresì tensioni a livello sociale e culturale. Nel frattempo l’Unione stava lavorando al suo più grande progetto di sempre, quello di creare una moneta unica nell’ottica di semplificare la vita a imprese, consumatori e viaggiatori. Il 1º gennaio 2002, l’euro sostituisce le vecchie monete di 12 paesi dell’UE, che insieme hanno costituito la «zona euro». La moneta unica assurge così allo status di valuta internazionale, alla stregua del dollaro.

Nona tappa: l’Europa guarda ad est

Nella metà degli anni novanta, iniziano i preparativi per l’allargamento più vasto dell’Unione europea. Presentano domanda di adesione i sei ex paesi del blocco sovietico (Bulgaria, Polonia, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia e Ungheria), i tre Stati baltici dell’ex Unione Sovietica (Estonia, Lettonia e Lituania), una repubblica dell’ex Jugoslavia (Slovenia) e due paesi mediterranei (Cipro e Malta). Spinta dal desiderio di stabilità sul continente e dall’impulso di estendere alle giovani democrazie i benefici dell’unificazione europea, l’UE accoglie favorevolmente queste candidature. I negoziati si aprono nel dicembre 1997 e dieci dei paesi candidati fanno il loro ingresso nell’Unione europea il 1º maggio 2004, seguiti da Bulgaria e Romania nel 2007 e dalla Croazia nel 2013, portando il numero di Stati membri dell’UE a 28.

Decima tappa:  l’Unione Europea oggi

Per poter affrontare le complesse sfide del XXI secolo, l’UE allargata aveva bisogno di un metodo più semplice ed efficiente per adottare le proprie decisioni condivise. In un progetto di Costituzione per l’Unione europea, sottoscritto nell’ottobre 2004 e che avrebbe dovuto sostituire tutti i trattati esistenti, vengono proposte nuove norme. Ma questo testo viene respinto da due referendum nazionali nel 2005. La Costituzione viene quindi sostituita dal trattato di Lisbona, firmato il 13 dicembre 2007 ed entrato in vigore il 1º dicembre 2009. Il documento modifica ma non sostituisce i trattati precedenti e introduce gran parte delle modifiche previste dalla Costituzione. Per esempio, concede al Consiglio europeo un presidente permanente e crea la figura dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
Contemporaneamente si è manifestata una crisi economica e finanziaria su scala mondiale che ha portato alla costituzione di nuovi meccanismi dell’UE per assicurare la stabilità delle banche, ridurre il debito pubblico e coordinare le politiche economiche degli Stati membri, in particolare di quelli che avevano introdotto l’euro.

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