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L'UNIONE SARDA - Sanità e affari sociali : Trapianti di rene: quota 800
14.12.2012
Che festa, questa festa. Stasera all'ospedale Brotzu, decimo piano, non sembra neppure di essere in una corsia d'ospedale: quanta gente che va e che viene. Gli umili e i potenti. Baci e abbracci fra palloncini colorati, opere d'arte, musica dal vivo e buffet. Ma soprattutto felicità perché oggi si gioisce senza la remora, sacrosanta, che un trapianto se da un lato dà la vita dall'altra la toglie a chi si dona. Ma stasera no. Siamo qui per felicitarci con la trapiantata di rene numero 800 Daniela Zuddas da Guasila, occhi fantastici, 43 anni, che ha ricevuto l'organo che ora le ha ridato un'esistenza degna di questo nome da sua sorella Silvia, 42 anni, fioraia. Contente? «Felicissime». Si tengono per mano. E noi siamo tutti qui a rendere onore a loro e a chi per anni si è dannato perché tutto ciò prendesse corpo: 700 trapianti da donatore defunto, 100 da vivente. LA FESTA Oggi il professor Mauro Frongia a capo del Dipartimento di patologia renale, è per tutti semplicemente Mauro . Ed è un buon padrone di casa che corre da un capo all'altro del suo reparto perché tutti lo vogliono. E si commuoverà quando dal palco ringrazierà sua moglie e le mogli e i mariti dei componenti del suo staff che hanno saputo sopportare e supportare le loro assenze in nome dei malati. Si vogliono complimentarecon lui i pazienti, i ragazzi della 4 e 5 C dell'artistico Brotzu di Quartu (professori Fiscale e Pucci) che hanno realizzato la mostra grafica a tema, i colleghi, i ferristi, gli infermieri che indossano le t-shirt del reparto (sembrano quelle di una rock band) disegnate da Eralda Roscia. E con Frongia, non meno contesi, ci sono il dottor Antonello Pani (Nefrologia) e Gian Benedetto Piredda, Degenza nefrologica. Sono le 18.30 e al decimo piano non si riesce più a muover passo. Persino per l'arcivescovo monsignor Arrigo Miglio è difficile far aprire un varco tra la folla. Dirà di questa serata, poco dopo, dal palco dove si esibirà la violinista Anna Tifu: «Un antidoto contro il pessimismo». Sugli stessi legni il presidente della Regione Ugo Cappellacci affermerà «che questa è l'eccellenza sarda e la Regione ha l'obbligo di difenderla». UNA STORIA Fra questo popolo in festa, lungo le pareti, ci sono le foto e i pannelli realizzati da Pierpaolo Fusciani: raccontano, dal bianco e nero al multicolor digitale, una storia. Da quel primo trapianto di rene del 1988 al numero 800 fatto con l'ausilio del robot, da donatore vivente. E stasera ci sono tutti i protagonisti di questa epopea da Franco Meloni (manager) e Paolo Pettinao (primario, ora presidente regionale Aido), pensieri politici opposti ma convergenti nell'operatività di un ospedale, a Carlo Carcassi (a capo del Centro regionale trapianti) e Ugo Storelli, presidente della Asl8. INSIEME Si brinda insieme, assessori alla Sanità in carica, Simona De Francisci (dirà in merito di spending review: «Non siamo contrari alle riforme in sanità, ma non siamo disposti a sacrificare le nostre eccellenze come il Brotzu») e genitori di donatori. Infatti, questa sera, ci sono anche Alberto e Paola Deiana. Persero nel 2004 Elisa, studentessa di Giurisprudenza. Sono qui felici nel ricordo di quella figlia che morendo si donò a chi come 700 degli 800 trapiantati di rene ha avuto bisogno di un dono così estremo per poter continuare a vivere. Alberto e Paola guardano le sorelle Zuddas e ascoltano: «Non potevo vedere mia sorella che attendeva così tanto, 7 anni, per questo le ho detto, prendi il mio rene e viviamo felici».

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