DAL NOSTRO INVIATO
TOYAKO (Giappone) — È
addolorato e insieme sollevato.
Distaccato e insieme allegro,
soddisfatto. Silvio Berlusconi
nella conferenza finale del G8
non dice tutto quello pensa, ma
nelle telefonate con l’Italia si
rammarica e al contempo si scopre
in modo definitivo su quello
che è accaduto a Roma. Se
una manifestazione contro di
lui, che ha lui nel mirino, almeno
nelle intenzioni, si trasforma
in un miscuglio di offese contro
il Santo Padre, contro un ministro
e contro il presidente della
Repubblica allora vuol dire che
alla fine Berlusconi non è più solo,
che ha ragione — a suo giudizio
— nel dire che ormai «in Italia
tutti i poteri che contano si
rendono conto che è stato superato
ogni limite, che c’è gente
che non si rassegna al verdetto
degli italiani».
Il presidente del Consiglio ne
parla brevemente con i suoi,
commenta le notizie che arrivano
dall’Italia prima del pranzo
che conclude il summit giapponese,
mentre le agenzie di tutto
il mondo rilanciano le sue foto
con Sarkozy sottobraccio, i baci
mandati, soffiati, a una cameriera
giapponese che si fa notare
per la dolcezza del viso. Gioca il
Cavaliere, aiutato nell’umore
dai sondaggi e dai numeri che
gli sono arrivati dall’Italia. Gli
ultimi dati della sua sondaggista
preferita, la signora Ghisleri,
società Euromedia, lo dice in
conferenza stampa, sono quelli
che gli danno forza, che gli consentono,
se non di ignorare, comunque
di considerare come
qualcosa di scontato quello che
sta accadendo in Italia. Persino
la Santa Sede reagisce alle parole
pronunciate in piazza contro
il Santo Padre. E quindi, è il ragionamento
del Cavaliere, «ormai
nel Paese esiste un problema
che va oltre la mia persona,
ci sono persone che non
si rassegnano alla democrazia,
non si rassegnano al mandato
elettorale degli italiani».
Non vorrebbe parlare di Italia
Silvio Berlusconi, ma le domande
dei giornalisti lo incalzano
e quindi alla fine due battute
vengono spese. Due battute che
servono a liquidare i fatti romani
come poco importanti, sgradevoli,
non meritevoli di un giudizio
articolato, almeno non in
pubblico: «Della spazzatura mi
occupo a Napoli, nessuno altro
commento, vorrei restare legato
alle questioni che stiamo discutendo
qui al G8. Qui rispondo
solo alle domande di politica
internazionale». Poche parole
che sono più di un giudizio, è
meglio soprassedere su commenti
ulteriori perché «si tratta
veramente», aggiunge, di «un
de minimis, fatti che si illustrano
da soli, che non hanno bisogno
di altre parole da parte
mia...».
Del resto in Italia c’è già Gianfranco
Fini, il presidente della
Camera, c’è il presidente del Senato,
Renato Schifani, c’è persino
Antonio Di Pietro che si dissocia
dai fatti accaduti in piazza.
E dunque poche battute bastano
a liquidare quanto accaduto:
«Ho visto con molta gioia
che nonostante tutti gli attacchi
volgari di cui sono stato oggetto,
c’è una crescita importante
nei consensi che riguardano il
governo e la nostra azione, siamo
arrivati al 61,9%».
In privato, prima della conferenza
stampa, il Cavaliere esprime
il suo rammarico per le parole
offensive pronunciate contro
il Santo Padre, così come contro
il presidente della Repubblica e
fa suo il pensiero che anche il
presidente della Camera dichiara
nelle stesse ore: «Mi auguro
che Veltroni si renda conto delle
persone di cui si è circondato
».
Marco Galluzzo
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