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LA NUOVA SARDEGNA - Cronache : La Cassazione condanna i controllori di volo
14.12.2010
Sentenza confermata per l’aereo dei trapianti caduto a Sinnai
ELENA LAUDANTE CAGLIARI. L’ultima speranza dei controllori di traffico aereo di tutta Italia è tramontata: la Cassazione ha messo la parola fine alla vicenda del Cessna, confermando la condanna per gli uomini-radar dell’Aeronautica. Colpevoli per lo schianto del volo-ambulanza, nel 2004. Il colonnello Bruno Scatena e il maresciallo Antonio Caponigri erano alla torre di controllo di Decimomannu la sera in cui l’aereo con il cardiochirurgo del Brotzu Alessandro Ricchi e altre cinque persone si sfracellò sui monti di Sinnai. Erano le 5.55 del 24 febbraio 2004. Una data entrata nella storia dell’aviazione civile italiana, perché - sostengono le associazioni di categoria - per quella tragedia paga chi ha solo rispettato le regole. La condanna a due anni di carcere (pena sospesa) per il reato di disastro colposo è divenuta definitiva venerdì, con il pronunciamento del IV sezione della Suprema Corte. I due imputati sono colpevoli in concorso con il pilota del Cessna, l’austriaco Helmut Zulner, morto nel bimotore con il suo secondo Thomas Giacomuzzi, Daniele Giacobbe, Antonio Carta, Gianmarco Pinna e Ricchi. Tornavano da Roma, dove avevano prelevato un cuore da trapiantare. L’impianto accusatorio della Procura cagliaritana, confermato in tre gradi di giudizio, si fonda sull’autorizzazione che gli uomini-radar diedero al pilota di volare “a vista”, cioè senza strumentazione, pochi minuti prima di atterrare a Elmas. Zulner “credeva” di vedere, invece fu vittima di una illusione ottica. «Sono abile a separarmi dagli ostacoli», aveva appena comunicato via radio a Scatena e Caponigri, che per questo, essendo lui “abile”, gli concessero di volare senza computer, per arrivare prima. Oggi i giudici dicono: avrebbero dovuto indicare l’esistenza dei Sette Fratelli. Ma consulenti tecnici della Procura e difensori hanno sempre sostenuto il contrario: quell’indicazione non spetta ai controllori. Le norme internazionali non lo prevedono. Ne era certo l’avvocato dello Stato, Giandomenico Tenaglia, costituito in difesa degli imputati contro la Procura. Nulla da fare. Scatena potrebbe ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo perché i verdetti si sarebbero discostati dalle norme tecniche. Per il momento lascia i commenti all’Associazione dei controllori, Anacna: «La sentenza ha avvalorato, nella sua severità, l’incapacità dell’Italia di adeguarsi alle sollecitazioni delle organizzazioni aeronautiche mondiali».

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