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L'UNIONE SARDA - Politica: Alcoa, giallo sulle offerte
06.09.2012
Mentre tre operai fanno lo sciopero della fame a 70 metri di altezza, sul futuro dell'Alcoa arrivano proposte e polemiche. Ieri pomeriggio la notizia erano le due manifestazioni di interesse arrivate: una firmata Klesch, l'altra Glencore. A tarda sera, due sorprese: la prima sarebbe datata 8 giugno, circostanza che fa infuriare il presidente della Regione. La seconda viene gelata dal ministero per lo Sviluppo economico: la lettera sarebbe in realtà una nuova «richiesta di condizioni» e non una proposta di apertura di trattativa con Alcoa. LE CELLE Il tutto mentre i tre operai che occupano la cima del silo dello stabilimento di Portovesme ripetono di non voler scendere. Ieri si sono alimentati solo con acqua e succhi di frutta. Chiedono che l'azienda blocchi la fermata dello stabilimento ma finora ai loro piedi tutto prosegue come da copione: le celle in sala elettrolisi continuano a fermarsi tre alla volta, oggi dovrebbe toccare al reparto Mescola. L'unica concessione fatta dalla multinazionale americana è lo slittamento della fermata dei terzi blocchi (85 celle) programmata per ieri e poi rimandata a dopo il vertice di lunedì 10 al ministero dello Sviluppo economico. Sul silo è apparso ieri un nuovo striscione: «Disposti a tutto». Solo una ricetrasmittente collega i tre coi colleghi: via radio arrivano preoccupazione e ansia per una situazione in evoluzione continua. GLENCORE E IL MISE È sera quando si diffonde una notizia rincorsa e sperata per tutta la giornata: la Glencore ha inviato una lettera a Governo e Regione in cui formalizzerebbe l'interesse all'acquisto della fabbrica di alluminio a condizione che i nodi su energia, infrastrutture e efficienza siano sciolti attraverso l'impegno del Governo. Il Mise però sostiene che la lettera, firmata dall'amministratore delegato della Portovesme srl (controllata dalla Glencore), Carlo Lolliri, sarebbe nient'altro che un'ennesima richiesta di condizioni che il dicastero ritiene di avere fornito definitivamente nell'incontro di venerdì scorso. Lolliri e l'alto dirigente di Glencore Aristotelis Mistakidis in mattinata avevano incontrato i segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm ribadendo che la multinazionale è interessata ad Alcoa. KLESCH E CAPPELLACCI Ma non c'è solo Glencore. Ieri sera, da parte del ministero per lo Sviluppo economico, si dava per certa la manifestazione di interesse di un gruppo internazionale, uno di quelli che già in precedenza erano interessati alla fabbrica di Portovesme, la svizzera Klesch. L'entrata in scena di un nuovo potenziale pretendente suscita l'ira del presidente della Regione, Ugo Cappellacci: a indignare il governatore è la circostanza che la manifestazione d'interesse della Klesch risalirebbe addirittura all'8 giugno. «Da allora a oggi - fa sapere il presidente - sono passati tre mesi e a Portovesme è cominciata la fermata degli impianti: chi si è preso la responsabilità di tenere la lettera della Klesch in un cassetto? Perché non è stata considerata degna di attenzione? Perché in questi tre mesi non si è fatto niente per favorire le vendita dello stabilimento?. È in gioco il destino di un territorio e di centinaia di famiglie: pretendiamo chiarezza». I SINDACATI Fabio Enne, segretario della Cisl del Sulcis, definisce la lettera di Glencore un passo avanti importante e aggiunge: «Attendiamo ora determinazione e interesse da parte del Governo». Per Daniela Piras, segretaria della Uil, «abbiamo qualcuno con cui parlare». Susanna Camusso, segretaria nazionale della Cgil, lancia un messaggio al Governo: «Non ci si limiti a dire se ci sono offerte o meno, si dica concretamente come risolvere la situazione». Giovanni Matta, segretario regionale della Cisl, chiede un tavolo sulla vertenza Sardegna. «Palazzo Chigi apra un tavolo sulla vertenza Sardegna: lo stiamo sollecitando da anni». FAMIGLIE AI CANCELLI Nel primo pomeriggio davanti all'ingresso secondario della fabbrica, da cui si vede il silos con i tre operai barricati, arrivano i famigliari dei lavoratori Alcoa, per portare solidarietà a chi ha scelto una forma di protesta così estrema. Dall'altra parte della rete anche molti operai, in tenuta da lavoro. «Ci sentiamo come s'accabadora - dice Antonello Garau - stiamo preparando tutto per lo spegnimento delle celle: non è bello, dopo 41 anni qui dentro. L'umore è nerissimo». Tutti chiedono e si scambiano informazioni, ma con molta amarezza sottolineano che la fermata va avanti. SQUINZI Sul caso Alcoa è intervenuto anche il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: «Alcoa può essere salvata - ha detto il numero uno di viale dell'Astronomia - solo se si trovano le condizioni per l'energia. Volendo, si può fare». MEREU Il nodo principale nella vertenza Alcoa continua ad essere l'energia, problema numero uno di tutte le industrie energivore di Portovesme, e per cui ancora non esiste una soluzione strutturale. «Sarebbe determinante il riconoscimento dello stato di insularità per la nostra Isola - dice Antonello Mereu, deputato dell'Udc- la politica regionale e nazionale devono porsi questo obiettivo». BELISARIO Felice Belisario, dell'Idv, chiama in causa il Governo. «Altri Stati intervengono nella tutela delle produzioni nazionali: il nostro Governo è buono soltanto a dire che non si può salvare Alcoa».

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