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Foddis: nessuna estirpazione selvaggia dei nostri vigneti più pregiati

L'assessore regionale dell'Agricoltura interviene a proposito del regolamento comunitario di estirpazione dei vigneti: "La Regione non ha alcun interesse a favorire l'eliminazione di uno dei simboli dell'agricoltura sarda e le politiche che sta perseguendo in questi ultimi anni lo dimostrano".
Uva
CAGLIARI, 8 AGOSTO 2008 - "Non ci sarà alcuna estirpazione selvaggia dei nostri vigneti più pregiati". Lo precisa l'assessore regionale dell'Agricoltura, Francesco Foddis, intervenendo nella discussione sul regolamento 479/2008 (programma comunitario di estirpazione di vigneti).

"La Regione - precisa l'assessore - non ha alcun interesse a favorire l'eliminazione di uno dei simboli dell'agricoltura sarda e le politiche che sta perseguendo in questi ultimi anni lo dimostrano. Basta ricordare che la Commissione Europea, inizialmente, prevedeva la cancellazione di ben 400 mila ettari, ridotti poi a 175 mila dopo le proteste di alcuni Stati membri, tra cui l'Italia, in questo supportata da Sardegna, Piemonte e Toscana. Le vigne del Sulcis, così come quelle di altre zone dell'Isola, non hanno nulla da temere, salvo ovviamente l'auspicio per l'espianto di quelle inquinate dal piombo.

Il mio decreto del 29 luglio, solo ed esclusivamente per questa campagna vitivinicola, non ha inserito nessuna area in esenzione al regolamento comunitario per diversi motivi.
Innanzitutto, avendo ricevuto solo il 23 luglio nota del Ministro per le politiche agricole che ci informava del suo decreto del 18 sulla possibilità delle Regioni di avvalersi della facoltà di dichiarare inammissibili al regime di estirpazione determinate aree, come previsto dal regolamento Ue, non c'era il tempo materiale di condurre una verifica completa sull'incidenza di tale riforma comunitaria.

Anzi, specificare alcune zone al posto di altre avrebbe significato valutare a priori e senza alcun riscontro concreto, quindi assolutamente fallibile, la portata del provvedimento Ue, condizionando le due campagne successive. Voglio infatti ricordare che il regolamento dell'Unione Europea si applica per tre annate: quella 2008/2009, la 2009/2010 e la 2010/2011. Inoltre, lo stesso regolamento prevede che possano essere dichiarate inammissibili all'estirpazione quelle superfici la cui eliminazione causerebbe danni alla protezione dell'ambiente e non devono superare il 3% della superficie vitata totale di ciascuna Regione.

In secondo luogo, ai premi previsti dall'Ue possono accedere solo coloro i quali negli ultimi 5 anni hanno effettuato ad Agea (l’organismo pagatore nazionale) la dichiarazione sulle rese storiche: da una prima analisi ci risulta che ben il 70 per cento dei viticoltori non ha prodotto questa documentazione quindi non potrebbe estirpare neanche un ceppo.

In terzo luogo, in seguito alla comunicazione dal Ministro, senza neanche attendere la pubblicazione del suo decreto sulla Gazzetta ufficiale (avvenuta il 29 luglio), ho convocato per il 25 luglio il tavolo di filiera vitivinicola, per la dovuta concertazione e al quale hanno partecipato, oltre ai rappresentanti dell’Assessorato, le organizzazioni di categoria, l’Assoenologi e diversi Consorzi di tutela. Durante la discussione sono emerse diverse e legittime valutazioni, anche contrastanti fra loro, ma il tavolo non si è chiuso con una posizione omogenea.

Ecco perché ho ritenuto opportuno di avere una migliore fotografia della situazione per la prossima campagna vitivinicola piuttosto che assumere decisioni che avrebbero potuto creare problemi alla nostra produzione.
In ogni caso, per l'attuale campagna 2008/2009, il regolamento Ue non provocherà alcun disastro né alcuna 'estirpazione selvaggia' sui nostri vigneti, tanto meno in quelli più pregiati, anche perché se la produzione primaria è adeguatamente remunerata dagli enopoli questa non ha alcun interesse a praticare l’estirpazione.

Ed è questa la miglior tutela dei nostri vigneti, assieme alle misure di salvaguardia e priorità contenute nel Programma di sviluppo rurale 2007/2013, al di là di decreti e regolamenti.
Il mio impegno è di continuare nell’opera di valorizzazione della nostra viticoltura, delle sue specificità e della sua biodiversità, e di preparare una dettagliata analisi che ci possa consentire, per le prossime campagne, di stilare una mappa sulle aree più sensibili al regolamento comunitario".