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Agricoltura: Falchi, l'Ue non boccia il Psr e non perderemo i finanziamenti

Nessuna bocciatura dell'Ue, ma un cammino che dagli uffici dell'Assessorato continua ad andare avanti passando per i soggetti del partenariato, i Gruppi di azione locale (Gal), e le varie Commissioni competenti in Consiglio regionale.
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CAGLIARI, 15 FEBBRAIO 2015 - "La Sardegna non rischia affatto di perdere i finanziamenti da 1 miliardo e 308 milioni di euro del Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020, dopo le osservazioni inviate da Bruxelles sulla bozza da noi proposta lo scorso luglio. Chi lo dice, o non conosce affatto le dinamiche di confronto che caratterizzano la stesura del programma con l'Unione europea, o vuole più semplicemente alimentare una polemica strumentale e fondata sul nulla". Lo ha detto l'assessore dell'Agricoltura e Riforma agropastorale, Elisabetta Falchi, che ha aggiunto: "Il programma non viene mai approvato nella prima bozza, sono necessarie invece numerose interlocuzioni e modifiche che quest'anno hanno visto la Sardegna andare meglio della media nazionale delle altre regioni. Alcune di queste hanno avuto dall’Europa oltre cento osservazioni in più di noi".

Le strutture di via Pessagno lavorano da mesi per stilare le correzioni che saranno presentate in un documento definitivo il prossimo 19 marzo. Ben prima di altre regioni italiane. "Le integrazioni al Psr sono di due tipologie - ha spiegato la titolare dell'Agricoltura - le prime riguardano le osservazioni dell'Ue, mentre le altre si inseriscono in corsa su interventi che a luglio 2014 ancora non esistevano e che proponiamo di nostro. Un esempio per tutti può essere quello che riguarda la legge regionale sull’eradicazione della Peste suina africana: questa estate era ancora in elaborazione e oggi dobbiamo apportare le opportune modifiche nel nuovo Psr".

Sulla stesura del programma e sul fatto che si sia detto erroneamente che la Regione ha tagliato risorse importanti su alcune voci centrali, il direttore generale dell'assessorato dell’Agricoltura, Sebastiano Piredda, ha precisato: "La struttura del Psr prevede dei minimali di finanziamento non modificabili in alcun modo. Ciò avviene per gli investimenti destinati alle aree rurali, che non possono essere inferiori al 5% del totale delle risorse, così come non si può scendere sotto il 30% per l’agroambientale".
Nessuna bocciatura dell'Ue quindi, ma un cammino che dagli uffici dell’assessorato continua ad andare avanti passando per i soggetti del partenariato, i Gruppi di azione locale (Gal), e le varie Commissioni competenti in Consiglio regionale.